Panahi chiude in bellezza

Prix du Jury per Un certain regard, Crimson Gold di Jafar Panahi ha chiuso la sezione parallela al concorso, quella dove ha trionfato La meglio gioventù di Marco Tullio Giordana.
Due cineasti – Giordana e Panahi – che, in realtà, si erano già incrociati a Venezia, nel 2000, quando I cento passi vinse per la sceneggiatura e l’iraniano spuntò il Leone d’oro con Il cerchio. Altra coproduzione italiana, come Crimson Gold (Mikado): la storia di due amici di Teheran, che si arrangiano tra lavoretti (uno fa lo “speedy pizza” con una vecchia moto) e qualche scippo. Il plot – un fatto di cronaca rielaborato da Abbas Kiarostami, autore della sceneggiatura – è anche un modo di approfondire una realtà sociale finora meno scandagliata dal realismo iraniano, quella dei quartieri alti. Le vittime dei due ladri, infatti, sono soprattutto signore borghesi che si muovono in taxi e fanno shopping in gioielleria spendendo in mezz’ora il salario di un anno intero. Impressionante la lunga scena della retata notturna ai danni degli invitati a un’innocua festa da ballo in un appartamento. “La classe media – riflette Panahi – sembra in via di sparizione in Iran: mentre il potere e la ricchezza si concentrano in poche mani, la povertà e il senso di umiliazione si diffondono in vasti strati della popolazione”.