Oltre a Vermiglio di Maura Delpero, ci sono altri due italiani nelle shortlist annunciate ieri per la 97esima edizione degli Oscar, entrambi nella categoria dedicata ai migliori cortometraggi. Il produttore e regista con base a Hollywood Marco Perego ha firmato Dovecote, con Zoe Saldaña e prodotto dal romano Enzo Sisti; mentre il compositore Fabrizio Mancinelli, nato a L’Aquila nel 1979 e residente a Los Angeles dal 2011, ha scritto la colonna sonora di Anuja.
Il film di Marco Perego, Dovecote, racconta di una donna confinata in una prigione vicino al mare di Venezia e dei suoi ultimi momenti prima di essere liberata. Oltre alla star Zoe Saldaña, moglie del regista, troviamo un cast italiano composto da Marcello Fonte, Marilena Annibali e Gaia Scodellaro.
Diretto da Adam J. Graves, Anuja racconta di una bambina di 9 anni di Nuova Delhi super dotata per la matematica, ma costretta a cucire vestiti in una baraccopoli della metropoli indiana. Quando il preside di un collegio si accorge del suo talento e le offre una borsa di studio, la piccola deve affrontare il ricatto del capo fabbrica, che minaccia di licenziare anche la sorella nel caso se ne andasse.
“Il finale è aperto, scandito dal ticchettio dell’orologio sul quale ho armonizzato un tema musicale”, dice il compositore italiano. “Ho scelto strumenti poco consueti e familiari al nostro orecchio (come la viola da gamba o il liuto insieme a tecniche sonore come gli archi soli sul ponticello), che potessero suonare differenti, ma non si confondessero con strumenti e sonorità della tradizione indiana. È un progetto piccolo, ma di quelli che ti fanno stare bene, che ti ricordano perché fai questo lavoro”, aggiunge Mancinelli, che ha musicato film per i grandi Studios come Disney, Universal e Paramount e ha diretto l’orchestra per Kris Bowers su Green Book, Il Colore viola o Bob Marley: One Love.
Dopo aver vinto l’HollyShorts Film Festival di Los Angeles e il New York International Short Film Festival (che qualificano per la corsa agli Oscar), Anuja ha incassato il sostegno di due eminenze del cinema indiano come Mindy Kaling e Guneet Monga Kapoor. La forza di questo film di 22 minuti sta nell’interpretazione della protagonista: Sajda Pathan è una ragazzina salvata dalla strada grazie al Salaam Baalak Trust, che aiuta i bambini sfruttati della capitale indiana a studiare e immaginare un futuro diverso. (C.DA)
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