Oliviero Toscani: l’immagine, la provocazione e la “Fabrica” del cinema

Le celebri pose con Federico Fellini, Monica Bellucci e Carmelo Bene, ma soprattutto il lavoro di scouting cinematografico e le coproduzioni internazionali da Oscar con la divisione cinema di 'Fabrica', alla fine degli anni '90


“Ho vissuto troppo e troppo bene, sono viziatissimo. Non ho mai avuto un padrone, uno stipendio, sono sempre stato libero”. Ci lascia a 82 anni uno degli artisti italiani più influenti e celebri: Oliviero Toscani. Fotografo e pubblicitario, provocatore e visionario, con i suoi scatti iconici ha ravvivato per decenni il dibattito pubblico italiano, sfidando la politica e le convenzioni sociali, senza mai risparmiarsi.

Figlio del fotoreporter Fedele Toscani, Oliviero inizia a lavorare come fotografo giovanissimo, ad appena 14 anni. Ben presto arriva l’affermazione nel mondo della pubblicità e le collaborazioni con le riviste più blasonate (‘Elle’, ‘Vogue’, ‘GQ’) e, soprattutto, con i marchi di moda più celebri: da Valentino a Chanel, fino ad arrivare alla collaborazione iconica con Benetton. Con le sue celebri e controverse campagne pubblicitarie e l’impegno sociale a favore di tematiche come la sicurezza stradale, l’anoressia, il razzismo, l‘AIDS, la violenza contro le donne, Oliviero Toscani ha saputo trasformare l’immagine in provocazione, ed elevare la provocazione in arte. Due anni fa, arriva la notizia della diagnosi di amiloidosi, la malattia degenerativa che lo porterà alla morte.

Considerato uno degli artisti più influenti della sua generazione, Toscani ha inevitabilmente saputo travalicare la fotografia e invadere gli spazi delle altre arti, soprattutto con i suoi leggendari ritratti.  Oltre a iconici musicisti come John Lennon, Mick Jagger e Lou Reed, e a personaggi del calibro di Andy Warhol, Muhammad Ali e Claudia Schiffer, hanno posato per lui anche celebri volti del cinema, come Monica Bellucci, Carmelo Bene e, soprattutto, Federico Fellini.

‘No Man’s Land’ di Danis Tanovic

 

Ma non va dimenticato che il lavoro di Oliviero Toscani ha saputo influenzare direttamente anche il cinema: all’interno di ‘Fabrica‘, infatti, la prestigiosa residenza artistica per talenti creata nel 1994 a Treviso con Luciano Benetton, avvia pochi anni dopo la divisione Cinema, allora diretta da Marco Müller, che scopre e coproduce pluripremiati film di registi di tutto il mondo – alcuni dei quali distribuiti in Italia da Istituto Luce: tra i tanti, ricordiamo Aleksandr Sokurov (Moloch, 1999), Samira Makhmalbaf (Lavagne, 2000), Danis Tanovic (No Man’s Land, Oscar per il Miglior Film Internazionale nel 2002), Babak Payami (Il voto è segreto, 2001), Djamshed Usmonov (L’angelo della spalla destra, 2002), Apichatpong Weerasethakul (Tropical malady, 2005).

In seguito, nel 2008 viene presentato al Festival di Berlino Anorexia, storia di un’immagine del regista argentino Leandro Manuel Emede, documentario incentrato sulla concezione e l’impatto dello scatto di Toscani ‘No Anorexia’.

Nel 2022, Marco Tursi dirige Oliviero Toscani – Professione fotografo, documentario che ripercorre l’omonima mostra, l’esposizione più ricca ed esaustiva dedicata finora a Toscani. Ma nella sua carriera il fotografo collabora anche come sceneggiatore al documentario Vaccini. 9 lezioni di scienza di Elisabetta Sgarbi, oltre a dirigere due cortometraggi documentari: L’orfano nel 2002 e Bianca, 16 anni nel 2006.

 

 

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13 Gennaio 2025

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