Old America a caccia di generi


John Landis e Walter Hill sono due vecchie conoscenze del Torino Film Festival: entrambi hanno avuto la loro retrospettiva, entrambi sono tornati, quest’anno, con due lavori televisivi, molto entusiasmo, molta voglia di chiacchierare con gli appassionati. Landis ha portato Family, un nuovo, divertente episodio della serie “Masters of Horror”, che coinvolge anche il nostro Dario Argento. Argento ha firmato Pelts, uno splatter ecologista con una pelliccia vendicatrice della barbarie umana. Il prezioso vello di procione provoca in chiunque lo tocchi un istinto suicida che si manifesta nei modi più atroci (una sartina cinese si cuce le palpebre, il naso e la bocca con ago e filo; un pellicciaio si taglia un gilet di carne direttamente dal corpo e tenta di regalarlo alla sua bella). Argento, che è a Torino con la figlia Asia per finire di girare La terza madre  anche all’Ospedale Le Molinette, non ha voluto rilasciare interviste forse perché la serie, applauditissima, non è stata acquistata da nessuna tv italiana per l’eccessivo contenuto di sangue e i continui riferimenti sessuali. Landis invece ha parlato a valanga, spaziando dai retroscena di questo piccolo ma succoso progetto, a cui l’ha quasi costretto lo sceneggiatore Brent Hanley, ai commenti sulla caduta di Bush e sul dominio dei temi religiosi nella politica Usa. Del resto Family è la storia non certo edificante di un serial killer che si è costruito una famigliola di scheletri ripulendo le sue ignare vittime (ha proprio una faccia da brav’uomo) con l’acido mentre ascolta cori gospel nella organizzata cantina della sua villetta. “Di solito parlo di zombie e altre creature soprannaturali, stavolta mi è capitato un vero psicotico e la cosa, all’inizio, mi ha turbato non poco”. Del resto, dice il regista di Animal House e dei Blues Brothers, i veri mostri non sono i serial killer, ma i politici repubblicani. “Quando Cheney sostiene che la tortura, in alcune circostanze, può essere accettabile è un mostro. Anzi, il vero mostro è la religione, che in tutti i paesi fa commettere e giustifica atrocità. La posizione di Bush e degli evangelici riguardo Israele si basa addirittura sulle profezie dell’Apocalisse: questa è manipolazione, è psicosi. Pensate che qualche giorno fa un pastore, leader del movimento contro i matrimoni gay, è stato riconosciuto in tv da un omosessuale che si prostituisce a Denver e che è stato pagato da lui per fare sesso per tre anni”. Landis è divertentissimo e geniale: potrebbe parlare per ore, se l’ufficio stampa non lo portasse via di peso. Ma purtroppo ultimamente non riesce a mettere in piedi un vero lungometraggio. “Ho diretto sei sketch con giovani aspiranti filmaker, che trovate sul sito jibjab.com e sto finendo un documentario su Don Rickles, uno straordinario entertainer di ottant’anni su cui ho intervistato gente tipo Clint Eastwood, Sidney Poitier e Roger Corman: infatti giovedì vado a riprenderlo mentre si esibisce a Las Vegas. Farei anche un film a Torino, se mi date i soldi per farlo”.

Anche il collega Walter Hill, il leggendario autore di Guerrieri della notte e Geronimo, fa di necessità virtù e si diverte a basso costo. Il suo Broken Trail dura tre ore ma è girato in appena 45 giorni anche se come un vero western sfoggia immense praterie, paesaggi sontuosi e mandrie di cavalli al galoppo. Andato in onda in due serate sulla tv via cavo ha avuto un successo inatteso, “si vede che il pubblico aveva voglia di questo genere a lungo glorioso e ora un po’ latitante”. Conta anche la bella storia, molto originale, un anziano bovaro (Robert Duvall) e suo nipote, mentre trasportano una mandria di cavalli verso il Wyoming, salvano cinque ragazzine cinesi vendute dalle famiglie come prostitute in un saloon. I cowboy sono veri gentiluomini e le difenderanno strenuamente da vari pericoli tra cui una maitresse fautrice dello sfruttamento più spietato. Una polemica anticapitalista? “Un mio eccesso politico, lo ammetto, anche perché non è una buona idea paragonare il presente alla fine del XIX secolo. E poi Duvall è un repubblicano tutto d’un pezzo”. Hill si è divertito col western e adesso si divertirà con la fantascienza: “Sto scrivendo un film e voglio farlo in fretta, prima che mi tolgano l’uniforme”.

autore
13 Novembre 2006

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