Immediate le reazioni sui principali quotidiani nazionali al progetto di legge del governo di abolizione del visto censura e alla diversificazione dei divieti ai minori illustrato sul ‘Giornale dello spettacolo’ dall’avvocato Michele Lo Foco.
“La tutela dei minori è necessaria, però la violenza e la volgarità più insidiose non sono al cinema, ma in tv – sottolinea la regista Liliana Cavani – Così prima di occuparsi di cinema, si farebbe bene a preoccuparsi di quello che ogni giorno entra in casa nostra dal video”.
Per Carlo Lizzani: “La tv è ignobile ma è troppo facile addossare su di essa o sul cinema ogni colpa. Le influenze negative, quelle vere, non vengono dallo schermo, grande o piccolo, ma da una società sempre più distratta e assente verso i piccoli. Che il visto di censura sia abolito per il cinema mi sembrerebbe sacrosanto. Quello vero, se proprio lo si vuole, andrebbe semmai applicato alla vita».”.
Gianni Massaro, presidente dell’Anica, ritiene fondamentale il controllo sui minori, ma trova fuori luogo lo sbarramento agli 8 anni. Quanto alle commissioni, “la nuova proposta di legge creerebbe una costruzione macchinosa. Insomma, si gira attorno al problema senza affrontarlo davvero”.
Giampaolo Sodano, presidente dei distributori e della Eagle Pictures, è favorevole all’abolizione del visto “che oggi risponde a metodologie a dir poco arcaiche”.
Walter Vacchino, presidente degli esercenti, si trova invece “d’accordo con un’attenta salvaguardia dei minori ampliata a tutti i media”.
Per Neri Parenti, di recente criticato per i toni a volte volgari del suo Natale sul Nilo: “E’ una proposta che non fa bene al cinema e inoltre dietro mi sembra che ci sia un ragionamento che non dà fiducia alla capacità di decidere dei genitori”.
Infine per l’attore Massimo Boldi si tratta di un progetto un po’ forte: “Viviamo in un mondo dove chiunque può leggere cose orrende, dalla politica agli omicidi, sui giornali, e nessuno sembra occuparsene”.
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