Non tutte le bambole vengono per nuocere (o forse sì)

In vista dell'uscita in sala dal 26 giugno di M3GAN 2.0, ripercorriamo le più celebri (e letali) bambole della storia del cinema


La bambola non risponde? Meglio così. Chi parla troppo spesso ha qualcosa da nascondere.” C’è chi parla con le bambole e chi, peggio, viene ascoltato da loro. Da sempre protagoniste di giochi infantili (o incubi notturni), le bambole al cinema hanno occupato posizioni molto diverse: amiche, terapeute, icone pop, mostri, alter ego o strumenti del male.

Chucky, Annabelle, Billy e Slappy sono solo alcuni dei nomi capaci di popolare gli incubi degli spettatori, con i loro occhi vitrei, la pelle fredda di porcellana e quei movimenti lenti, innaturali, eppure inesorabili. Le bambole nascono per infondere sicurezza e compagnia – pensiamo a Elmo o Lamb Chop – ma nel buio della sala, quando si abbassano le luci e la musica si fa inquieta, diventano la porta d’accesso a un incubo. In questi film, spesso, il giocattolo prende vita… e il padrone diventa il vero oggetto.

Con l’arrivo nei cinema italiani di M3GAN 2.0 (dal 26 giugno), sequel della più pop e letale androide del grande schermo, è il momento perfetto per rimettere in fila dieci film che dimostrano una cosa: la vita in plastica non è mai stata così intensa.

La bambola (The Doll, 1919) di Ernst Lubitsch

Inizia tutto da una commedia muta e sfrontata: un giovane pavido si sposa con una bambola meccanica per evitare le seccature del matrimonio. Ma la bambola è in realtà una ragazza in carne e ossa, travestita. Il gioco di scambi, equivoci e doppi sensi erotici fa de La bambola un piccolo trattato sulla paura del femminile e sul bisogno maschile di controllo. E se tutto sembra finto — i fondali, gli oggetti, perfino il sole disegnato — lo è per scelta: Lubitsch gioca con la messinscena come un bambino con il teatrino.

Magic – Magia (Magic, 1978) di Richard Attenborough

Anthony Hopkins e un pupazzo da ventriloquo: basta questo per capire che l’aria non sarà serena. Corky parla attraverso Fats, e Fats dice cose che Corky non oserebbe mai dire. Ma quando la voce del pupazzo comincia a imporsi anche fuori dal palcoscenico, la personalità di Corky implode. È un thriller psicologico mascherato da horror, in cui il vero mostro è dentro e ha le fattezze di un burattino.

Dolls (Dolls, 1987) di Stuart Gordon

Un classico cult dell’horror anni ’80, dove una tempesta costringe un gruppo di sconosciuti a rifugiarsi nella casa sbagliata. I padroni di casa sono anziani gentili, ma le bambole che costruiscono sono possedute. Puniscono chi è egoista, chi ruba, chi mente. Non per vendetta, ma per giustizia. In fondo, più che horror è una favola nera. E Mr. Punch, il pupazzo protagonista, ha più carisma di molti protagonisti umani.

La bambola assassina (Child’s Play, 1988) di Tom Holland

Chucky. Già il nome fa tremare. Uno dei serial killer più longevi del cinema nasce così: un assassino muore, trasferisce la sua anima in un “Good Guy” e comincia una nuova carriera. Bambino, mamma, investigatori: nessuno gli crede, e intanto fioccano i cadaveri. Ma La bambola assassina è anche una feroce satira sul consumismo infantile: Chucky è ovunque, dai cartoni alle scarpe. Andy lo ama perché tutti lo amano. Ma non tutti i giocattoli vogliono solo essere amati.

Saw – L’enigmista (Saw, 2004) di James Wan

All’apparenza, Billy è solo il pupazzo che appare in video per consegnare i messaggi dell’Enigmista. Ma la sua faccia da clown scheletrico e la vocina melliflua sono diventati simboli di terrore globale. Lo si vede anche su un triciclo, mentre pronuncia la celebre frase: “Voglio fare un gioco con te.” In realtà, non ha un vero ruolo attivo nei delitti, ma incarna il teatro del sadismo morale alla base della saga. Billy non uccide: ti mette alla prova. Ed è forse per questo che inquieta ancora di più.

Lars e una ragazza tutta sua (Lars and the Real Girl, 2007) di Craig Gillespie

Ryan Gosling interpreta Lars, un ragazzo che si innamora di una sex doll, Bianca. Ma il film è tutto tranne che morboso. Lars è gentile, dolce, chiuso in se stesso. La comunità lo asseconda, e Bianca diventa reale proprio perché tutti fingono che lo sia. Una parabola su come la finzione possa guarire più della verità, e su quanto bisogno abbiamo di credere in qualcosa, anche se fatto di silicone.

Coraline e la porta magica (Coraline, 2009) di Henry Selick

Una bambola di pezza con bottoni al posto degli occhi osserva silenziosa l’arrivo della protagonista in una nuova casa. Ma non è un semplice giocattolo: è uno specchio malefico, un tramite tra il nostro mondo e una dimensione parallela, dove tutto è più bello, più dolce, più inquietante. In Coraline, Henry Selick costruisce un gotico moderno per bambini coraggiosi, e la bambola è il primo indizio che ciò che desideriamo potrebbe non coincidere con ciò che è giusto volere.

Annabelle (Annabelle, 2014) di John R. Leonetti

Annabelle non parla, non si muove, non corre. Eppure è tra le più spaventose creature dell’horror moderno. Perché è lì, immobile, eppure tutto accade intorno a lei. Presenza silenziosa e disturbante, è la rappresentazione perfetta del male passivo-aggressivo: ti guarda mentre sogni e ti tormenta mentre dubiti. La sua forza sta nella sottrazione. E nel fatto che, in fondo, potrebbe essere ancora lì, sulla mensola, a guardarci.

Benvenuti a Marwen (Welcome to Marwen, 2018) di Robert Zemeckis

Dopo una brutale aggressione, Mark Hogancamp (Steve Carell) costruisce un villaggio in miniatura popolato da bambole ispirate alle donne della sua vita reale. Sono guerriere, protettrici, amiche: le “donne di Marwen” combattono al suo fianco in scenari di guerra fantastici, dando a Mark uno spazio sicuro dove elaborare il trauma e ritrovare un senso. Un film dolente e visionario che trasforma la plastica in empatia e la fantasia in terapia.

M3GAN (M3GAN, 2023) di Gerard Johnstone

Un androide progettato per fare da baby-sitter e terapeuta a una bambina traumatizzata. Ma M3GAN non si limita a leggere le storie della buonanotte: balla, canta, uccide. Un mix tra Alexa e Terminator con look da influencer. Il film è un’esilarante riflessione sul nostro rapporto malato con la tecnologia e sulla delega emotiva che facciamo alle macchine. M3GAN è l’amica ideale: ti difende a tutti i costi. Anche troppo.

Dietro il vetro degli occhi di plastica

Le bambole al cinema non sono mai solo bambole. Sono specchi, confessionali, presenze che ci somigliano troppo. Rappresentano i nostri desideri più puri e le nostre paure più profonde. Hanno il fascino dell’immobilità e la potenza dell’immaginario. Per questo continuano a tornare, più vive che mai e che siano di pezza o di porcellana, gonfiabili o AI-powered, le bambole al cinema sono qui per restare.

Non chiedono nulla. Se non, forse, la tua anima.

autore
21 Giugno 2025

Focus

Focus

Il 14 luglio sul grande schermo: Bastiglia, sangue, rivoluzioni e parrucche

Dal muto fino alle serie Netflix, da sempre registi e sceneggiatori hanno preso d’assalto la Bastiglia con la stessa passione dei sanculotti. Ecco i film da non perdere per celebrare l’inizio della Rivoluzione

Focus

Cinecomic e politica: una carrellata a partire dal Superman di Gunn

Tra la metafora dell'immigrazione e un riferimento diretto ai conflitti in atto, il reboot DC si dimostra interessato a tematiche politiche e attuali. Ma non è certo il solo: da Watchmen al Batman di Nolan, i supereroi sono spesso uno specchio della nostra società

Focus

I Superman mai realizzati e i mille volti dell’eroe

Sta per arrivare in sala il Superman di James Gunn, già controverso prima di uscire. Ma il personaggio ha da sempre mille facce e interpretazioni... comprese quelle mai realizzate al cinema! Vediamole insieme, da Tim Burton a McG

Focus

Walk of Fame, storia del marciapiede più famoso di Hollywood

Tutto quello che avreste voluto sapere e non avete mai pensato di chiedere sulla Walk of Fame, in vista delle stelle che saranno intitolate a Franco Nero e Carlo Rambaldi


Ultimi aggiornamenti