Mario Martone potrebbe rappresentare l’Italia agli Oscar con Noi credevamo. Il regista napoletano, ospite dell’Ischia Global Fest, non disdegna l’ipotesi. Mentre si prepara ad essere nella giuria della Mostra di Venezia, il suo film sul Risorgimento è atteso in tv in autunno. Doveva andare in onda su Raiuno in due puntate, ma potrebbe essere un evento su Raitre visto che il direttore Paolo Ruffini lo ha richiesto al coordinamento del palinsesto. “A me Raitre va benissimo”, dice il regista all’Ansa. Ma che un film di prestigio, di grande impegno produttivo, prodotto per andare in onda sulla rete ammiraglia nell’anno delle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità possa essere dirottato sulla terza rete desta qualche perplessità. “Non ho mai trovato limitativo il fatto che Noi credevamo avesse una destinazione anche televisiva, né ho mai abbassato il tiro pensando alla tv, ci sono esempi illustri di cinema in tv da Twin Peaks a Heimat, da Alexanderplatz a Rossellini. Ma sono consapevole – ammette – che è un film complesso, volutamente radicale”.
Le sue intenzioni da giurato a Venezia? “Non si possono fare battaglie di bandiera, però sono sicuro che avrò uno sguardo attento al cinema italiano, una valutazione che prima di tutto sarà attenzione e spero di essere in buona compagnia”.
Per il futuro non esclude un progetto che ha nel cuore da tempo. “Ora che il momento storico è giusto, potrei riprendere la storia dei Saharawi, il popolo ‘in esilio’ nel Sahara occidentale marocchino cui nel ’96 dedicò un documentario girato nei campi profughi”.
Noi credevamo intanto avrà una proiezione speciale all’Ischia Global alla presenza di Paul Haggis, l’attrice iraniana testimonial di Amnesty Nazanin Boniadi, Trudie Styler, Violante Placido, Mimmo Calopresti, Christoph Waltz, Eli Roth, Remo Girone.
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