Niente Carlà, ma c’è il Panahi proibito


La premiere dame di Francia, ormai per tutti Carlà, non andrà al Festival di Cannes. E’ ormai notizia certa, confermata anche dal ‘Nouvel Observateur’. Pare anche che sia incinta: è stata vista comprare abitini premaman in un grande magazzino di Parigi per la cifra di 300 euro. Così Midnight in Paris di Woody Allen inaugureraà il festival, mercoledì prossimo, senza di lei. Cara Bruni concederà però un’intervista alla radio francese Rtl e intanto a ‘Le Parisien’, ha rivelato che il film del grande Woody, che si appresta a lavorare anche con Roberto Benigni nel prossimo progetto, “è un film meraviglioso”. Sulla Croisette comunque ci saranno gli interpreti “veri” (Carla Bruni ha in realtà solo un piccolo cameo): Owen Wilson, Adrien Brody, Marion Cotillard, Rachel McAdams e Lea Seydoux.

 

Poco male se se non ci sarà l’ex modella italiana ora inquilina dell’Eliseo, a salire la scalinata del Palais. E’ un’ottima notizia, invece, la presenza di due film “proibiti” arrivati al festival in modi semiclandestini, uno addirittura dentro una chiavetta USB. Si tratta di due opere realizzate a Teheran, la prima da Jafar Panahi insieme a Mojtaba Mirtahmasb, la seconda da Mohammad Rasoulof. Da più di un anno Panahi e Rasoulof sono diventati gli eroi della lotta per la libertà d’espressione in Iran, dopo essere stati arrestati il 1° marzo 2010 perché accusati di lavorare a un film ostile al regime di Ahmadinejad. Già l’anno scorso il festival di Cannes aveva lasciato una poltrona vuota in giuria per Panahi, lanciando un appello mondiale per la liberazione sua e del suo collega. Appello ripreso poi da tutti i festival internazionali, in particolare Venezia e Berlino. Anche la Berlinale l’ha chiamato a far parte, seppure in forma virtuale, della giuria 2011. Intanto Panahi e Rasoulof, a dicembre, sono stati condannati a sei anni di prigione e venti di interdizione dal loro lavoro artistico. In questi vent’anni non potranno neppure lasciare il paese.

Ebbene, seppure in condizioni precarie e avventurose, com’è immaginabile, sono riusciti a girare due opere: Questo non è un film  di Panahi e Mirtahmasb, che sarà presentato a Cannes in una Séance spéciale il 20 maggio, e Arrivederci di Rasoulof che farà parte di Un Certain Regard (13 maggio).

Racconta Thierry Fremaux: “Il film di Panahi è il suo giornale di bordo, racconta la sua vita in questi ultimi mesi. E’ il ritratto, in 75′ , di un uomo determinato che accetta il suo destino non senza inquietudine. Quello di Rasoulof è invece un’opera di finzione, dura un’ora e 40′, e racconta la storia di una giovane donna avvocato, interpretata da Leyla Zareh, che cerca di lasciare l’Iran e subisce una serie di vessazioni dal sistema burocratico”.

Prosegue il delegato generale del Festival: “Panahi e Rasoulof sono innanzitutto dei cineasti e il loro gesto ci dice che non possono e non potranno fermarli. Se mostriamo questi due film è innanzittuto perché sono molto belli, ma poi c’è un altro aspetto, quello della protezione che Cannes e la comunità internazionale del cinema offre loro”. E che continuerà a garantire fino all’auspicata liberazione.

 

Jafar Panahi è riuscito anche a inviare un messagio al festival: “Il fatto di essere vivi e il sogno di mantenere il cinema iraniano intatto ci incoraggia a superare le restrizioni che ci vengono imposte. I nostri problemi sono la nostra fortuna”. E ancora: “La comprensione di questo promettente paradosso ci incita a non perdere la speranza e a proseguire il nostro cammino. Problemi più o meno seri continuano ad esistere in tutto il mondo. Tuttavia, il nostro dovere ci incita a non cedere e a cercare delle soluzioni”.

 

 

autore
09 Maggio 2011

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