Nanni: caos (calmo) sulla spiaggia di Cannes


Resterà negli annali del festival 2007 come uno dei party più esclusivi e assediati, quello di Nanni Moretti e del Torino FF. Un sabato sera interminabile per il regista romano, arrivato a Nizza nel tardo pomeriggio, direttamente dal set di Caos calmo. Attore, regista, direttore di festival, autore di uno dei cortometraggi di 3 minuti che compongono il bell’omaggio ai sessant’anni di Cannes, Chacun son Cinéma, e poi come sempre imprevedibile uomo mediatico. Per una volta insolitamente loquace con i giornalisti italiani – carta stampata, radio e tv: tutti insieme disordinatamente – che hanno raccolto dichiarazioni e commenti in una sorta di conferenza stampa selvaggia, tra microfoni, telecamere e taccuini. Attorno al gruppetto, intorno alla mezzanotte, transitavano ospiti come Wim Wenders e Juliette Binoche impegnati a conversare con l’altro padrone di casa, Alberto Barbera, a sorseggiare un Martini. Mentre a pochi metri di distanza,  all’ingresso della spiaggia del Gray d’Albion, si assiepavano instancabili gli esclusi a caccia di un invito. Del resto inutile, perché le liste erano rigorosamente chiuse dal pomeriggio e gestite con ferrea severità dall’ufficio stampa del festival e del Museo del Cinema di Torino.
Wenders sarà ospite d’onore della venticinquesima edizione di Torino, dal 23 novembre al 1° dicembre. “E’ stata una scelta immediata – dice Nanni – perché il suo è un percorso esemplare per il cinema d’autore”. La retrospettiva invece sarà tutta per John Cassavetes. Poi ci saranno gli esordi di cinque registi importanti, la formula Bimbi belli trasportata dal Nuovo Sacher alla Mole, insomma varie novità già del resto annunciate. Moretti spettatore lo conosciamo: ha dato voce tante volte ai suoi gusti, alle sue idiosincrasie, alle sue passioni. Tra le cose che ha amato quest’anno c’è il tedesco Le vite degli altri. Anche il corto portato qui a Cannes si intitola proprio “Diario di uno spettatore” e raccoglie momenti di vita vissuta nelle sale romane, raccontati in prima persona. Col figlio Pietro, che a sette anni gli fa capire di preferire Matrix ai suoi film; con sua madre, che per anni gli ha rinfacciato di averla portata a vedere Vento di passioni. È abbastanza istrione da strappare risate anche al pubblico internazionale col suo cinema di parola. Ma nei suoi tre minuti c’è anche l’amore per la sala come luogo fisico, forse in via d’estinzione. “Il Nuovo Olimpia e il Filmstudio sono i miei cinema preferiti”. Al Filmstudio cominciò tutto con la proiezione di Io sono un autarchico. Confessa di pensare anche ad espandere i tre minuti per raccontare tutte le sale che non ci sono più: l’Archimede, ai Parioli, è diventato il garage della Banca Antonveneta.
Farà la montée de marches con 34 illustri colleghi – non pochi dei quali tra i suoi miti personali – in contemporanea a Luchetti, che salirà le scale del Certain Regard per Mio fratello è figlio unico. “Con Daniele siamo venuti a Cannes insieme, nel ’91, per Il portaborse e lo smoking mi sta ancora”. Una battuta anche sull’assenza di film italiani in concorso: “Se è per questo mi dispiace anche per la Quinzaine”. Di Caos calmo dice che il ruolo di Pietro Paladini, il manager tv che dalla morte della compagna staziona davanti alla scuola della figlia in auto, gli è piaciuto da subito “per la sospensione del dolore, l’attesa”. Scherza: “Stavolta non vi posso tenere segreta la trama, perché il romanzo di Sandro Veronesi lo conoscete e la sceneggiatura che ho scritto con Laura Paolucci e Francesco Piccolo, non ha cambiato molto”. Il film è alla terza settimana di riprese e uscirà a febbraio o marzo dell’anno prossimo. Come attore è rilassato perché si fida del suo regista e amico Antonello Grimaldi, come regista non ama invece lavorare con gli attori famosi e magari capricciosi. “Ho addirittura detto di no a Juliette Binoche, non sono a mio agio con le star”.

autore
20 Maggio 2007

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