Muccino: così ho domato il MIB Will Smith


Will Smith, che sprizza simpatia da tutti i pori, si lancia in un’azzeccata parodia di Gabriele Muccino sul set. A corto di vocaboli inglesi, innervosito e agitatissimo, il regista romano si esprimeva a gesti e grugniti ma riusciva a farsi capire benissimo dal superdivo americano che l’aveva voluto a tutti i costi dopo aver visto L’ultimo bacio. “Non ho mai recitato così bene prima d’ora”, dice infatti oggi l’ex Man in Black, che rischia di vincere un Oscar con The Pursuit of Happyness, storia vera di come un venditore ridotto in miseria, solo, senza un amico, senza più casa e con un bimbetto di 5 anni a carico sia diventato miliardario grazie a una sovrumana forza di volontà e all’inaspettato senso dell’umorismo di un gruppo di executive di Wall Street che lo accettano tra gli aspiranti broker nonostante l’aspetto malmesso. “La cosa più divertente del film è stata prendere a pugni Will per togliergli quell’aria da inossidabile vincente… e non è stato facile. Lui che ha salvato il mondo almeno un paio di volte stavolta doveva dormire in un gabinetto pubblico e piangere di disperazione e di rabbia al cospetto del suo vero figlio, Jaden Christopher“, racconta l’autore di Ricordati di me. Che continuerà a lavorare a Hollywood, dove “un po’ di diplomazia basta a dribblare le imposizioni degli studios”.

 

Tratto dal romanzo autobiografico di Chris Gardner in testa alle classifiche del New York Times (in Italia lo pubblica Fandango Libri), il film ha incassato negli Usa, dal 15 dicembre, la bellezza di 130 mln di dollari. Ora esce in Europa (da noi, con Medusa, in 430 copie) e dovrà passare al vaglio del cinico vecchio continente, meno propenso a prendere il sogno americano per oro colato. Tuttavia la favola – più angosciante che rassicurante nonostante il lieto fine – ambisce all’universalità: “Ogni genitore – dice Smith – farebbe questo ed altro per un figlio”. Il regista sa bene di aver raccontato una storia tipicamente americana, con “quel materialismo che nasce da un popolo di emigranti che contano solo su se stessi, che devono farcela basandosi sulle proprie forze, tanto è vero che laggiù l’insulto più grave è perdente”. Del risultato è soddisfatto anche Chris Gardner, il vero protagonista di questa storia che appare a tratti improbabile, ma che testimonia con la sua presenza come l’impegno a diventare il numero uno sia stato nel suo caso decisivo. “Godo di buona salute, ho due splendidi ragazzi che condividono i miei valori e che ho allevato da solo. Sono la dimostrazione vivente che si può essere felici senza prendere psicofarmaci”.

Pare che per spiegare la sua visione, Muccino abbia spedito a Will Smith due capolavori del neorealismo come Umberto D. e Ladri di biciclette. Lezione che l’attore ha prontamente metabolizzato, sebbene a modo suo: “Anche quelle storie, in fondo, parlano del sogno di costruirsi un futuro, di sopravvivere e di mantenere la famiglia”.

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11 Gennaio 2007

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