È morto a Roma Glauco Mauri, decano del teatro italiano. Il primo ottobre avrebbe compiuto 94 anni, 70 dei quali passati sulla scena, interprete di Shakespeare, Molière, Pirandello, Dostoevskij, Goldoni. Nella sua lunga carriera, appare anche in film come La Cina è vicina di Marco Bellocchio (1967), La costanza della ragione di Pasquale Festa Campanile (1964), L’ospite di Liliana Cavani (1971), Profondo rosso di Dario Argento (1975), Ecce Bombo di Nanni Moretti (1978). In tv è fra i protagonisti della stagione d’oro degli sceneggiati Rai, come I demoni di Dostoevskij e I Buddenbrook di Thomas Mann.
Mauri entra all’Accademia di Arte Drammatica di Roma diretta da Silvio D’Amico nel 1949, debuttando da professionista nel 1953 nel Macbeth di Shakespeare diretto da Orazio Costa. Nel 1961 fonda con Valeria Moriconi, Franco Enriquez, Emanuele Luzzati, ai quali si aggiungerà in seguito Mario Scaccia, la Compagnia dei Quattro, gruppo artistico che ha rappresentato una forza innovativa e significativa nel panorama teatrale italiano, con cui porta in scena Shakespeare, Beckett, Pasolini, Marlowe-Brecht, Del Buono, Codignola, Garcia Lorca. Dal 1965, dopo lo scioglimento della Compagnia, lavora soprattutto per gli Stabili di Torino, Genova, Bologna, e collabora con i maggiori registi italiani: Luigi Squarzina, Giorgio Strehler, Mario Missiroli, Aldo Trionfo per citarne solo alcuni.
Le lacrime della Duse. Ritratto di un artista da vecchio, l’autobiografia di Glauco Mauri, esce a fine 2023: “Vorrei fosse chiaro che non mi servo della vita per parlare di me ma uso me stesso per parlare della vita. – scrive il grande interprete – nHo più di novant’anni e ho sempre cercato di stare con le antenne della mente e del cuore ben vibranti, per tentare di comprendere qualcosa della grande avventura del vivere. A quindici anni sono salito, per la prima volta, sopra un palcoscenico, poi per settantadue ho dedicato la mia vita al teatro. Luci e ombre, successi e fallimenti e devo confessare che i secondi mi sono stati più utili”.
“Glauco Mauri è stato un autentico maestro del teatro italiano, un protagonista assoluto che ha dedicato la sua vita allo spettacolo ispirando generazioni di attori e registi. In questo momento di profondo dolore, desidero esprimere le mie più sincere condoglianze alla famiglia e ai suoi cari”. A sottolinearlo, in una nota, è il ministro della Cultura, Alessandro Giuli.
(C.DA)
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