Monica e WKW, ecco la giuria


WKWNiente regole restrittive per la giuria di Wong Kar-wai, per gli amici WKW. Occhiali da sole e sigarette saranno leciti durante le riunioni. E infatti gli occhiali da sole – a partire dai suoi leggendari ray-ban – imperversavano durante la conferenza stampa in cui la giuria del 59° Festival di Cannes si è concessa uno dei rarissimi contatti con l’enorme platea dei giornalisti, curiosi di conoscere i retroscena che porteranno alla Palma, tra poco meno di due settimane.

E’ una giuria cinefila, decisamente internazionale, impegnata ma con qualche tocco di glamour quella guidata dall’autore di un capolavoro come In the mood for love. “Una giuria patchwork”, come ha sintetizzato il cineasta francese Patrice Leconte. “Ma come in una riunione di condominio, speriamo di non dover dipingere le scale di beige per non scontentare nessuno”, ha scherzato. Qualcuno, tra i nove membri dell’esclusivo club, si sente iper-responsabilizzato: il palestinese Elia Suleiman ad esempio. Qualcun altro (la regista argentina Lucrecia Martel, invita a prenderla con filosofia. “Ero in concorso con La nina santa e non vinsi niente, ma vi giuro che la mia vita continua come prima e la mia carriera non è stata distrutta”. Invita all’umiltà Monica Bellucci, eccitata dalla sua prima esperienza da giurata. “Amo talmente il cinema, che vedrei tantissimi film anche se non fossi un’attrice”, assicura, alternando francese e inglese nelle risposte. All’Italia la lega il ricordo di un cinema fatto da autori che si chiamavano Fellini, Rossellini, Visconti e De Sica. “Con loro ho imparato a sognare, con Tornatore a recitare”. La collega Helena Bonham Carter, buffissima con la zazzera spettinata, si sente giurata per diritto di famiglia. “Tim Burton, mio marito, è nella giuria della Cinefondation, quindi sono in buona compagnia”. L’attrice cinese Zhang Ziyi non ha molto da dire, ma con i suoi 27 anni è la giurata più giovane del festival. Completano la squadra due “tarantiniani” doc: Tim Roth e Samuel Jackson. Il primo è un attore inglese arrabbiato (il suo film da regista, War Zone, passò proprio qui a Cannes), il secondo è uno dei momenti più memorabili di Pulp Fiction. E, a proposito di Pulp Fiction, pare che quando il presidente della giuria era Quentin Tarantino non si dormiva fino all’alba… Scommettiamo che lo stile WKW sarà diverso?

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17 Maggio 2006

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