Mihaileanu: “Alle fonti della rivolta? Le donne”


CANNES – Radu Mihaileanu, il regista di Train de vie e Le Concert, è in concorso a Cannes con La source des femmes, film sulla ribellione delle donne di un villaggio marocchino che per convincere i loro uomini a portare l’acqua in paese dall’aspra montagna, dove la vanno a prendere ogni giorno con fatica, rifiutano di fare sesso provocando reazioni repressive e autoritarie nei mariti. I maschi, che passano la giornata seduti a bere il tè, scomodano persino l’imam pur di non perdere la supremazia e rimetterle in riga. Ma non demorde la “sobillatrice” Leila, straniera, perché viene da lontano, sposata al maestro del villaggio, uomo istruito e sensibile, molto diverso dagli altri, ma che si scoprirà geloso quando verrà a sapere che la moglie ha amato un altro uomo prima di lui e dunque non era vergine. Cast raccolto ai quattro angoli del mondo arabo (ma tutti hanno recitato in dialetto marocchino) con Leila Bekhti, Hafsia Herzi (lanciata da Kechiche in Cous cous e vista anche in L’Apollonide nel ruolo di una delle prostitute), Sabrina Ouazani, la cantante Biyouna nella parte dell’anziana e anticonformista vedova “Vecchio Fucile”, una che dice pane al pane e non esita a cacciare di casa suo figlio, Hiam Abbas, grande attrice palestinese che sta per debuttare nella regia con Inheritance dove narrerà di una famiglia palestinese riunita per festeggiare un matrimonio nei giorni della guerra tra Israele e Libano del 2006. Nel film di Mihaileanu, Hiam (Il giardino dei limoni, The Visitor) ha il ruolo della suocera bacchettona che ha in odio Leila perché le ha “rubato” il figlio. “Sono fiera di essere araba oggi che Tunisia, Egitto, Siria e Libia si rivoltano. Stiamo assistendo a un risveglio del mondo arabo che noi artisti non possiamo non condividere”, ha detto l’attrice in conferenza stampa.

 

Anche il romeno, ma naturalizzato francese, Mihaileanu, condivide la sensazione che stia soffiando un vento di rivolta in cui le donne saranno protagoniste del cambiamento con la loro rivoluzione non violenta. Il film, col suo linguaggio diretto e in molti momenti musicali, dice proprio questo. La primavera araba potrebbe arrivare anche tra le quattro mura domestiche. “Spesso si tace il fatto che nel Corano si parla molto dei diritti delle donne, questa parte viene nascosta per mantenere il potere su di loro. Esiste un lslam illuminato che dice che la donna ha un posto di primo piano all’interno della società islamica, anche perché l’Islam è una religione dell’amore e della vita”. Ebreo d’origine, Mihaileanu è partito, per scrivere il film, da un fatto di cronaca, avvenuto in Turchia nel 2001. “Su Libération ho letto la storia di questo piccolo villaggio, dove le donne dovevano salire sulla montagna per prendere l’acqua. Molte di loro avevano addirittura perso il figlio che portavano in grembo per la fatica o a causa di incidenti e cadute. Così decisero di fare lo sciopero dell’amore finché gli uomini non provvedevano a portare una conduttora in paese. All’inizio ero restìo a fare la regia di una storia che non appartiene alla mia cultura, io che sono maschio, ebreo e francese, ma i miei produttori hanno insistito, conquistati dal mio entusiasmo. E poi ci sono elementi moderni e universali: l’acqua sarà la fonte dei grandi conflitti nei prossimi anni, ben più del petrolio con la desertificazione e la siccità, che afflige anche i cuori degli uomini e delle donne, oltre che la terra agricola. Dunque ho cercato di prendere in contropiede tutti i cliché sui paesi arabi e l’Islam aiutato anche dai miei attori e attrici. Però ho posto due condizioni: poter trascorrere un lungo periodo nel villaggio e girare in arabo”. Mihaileanu ci tiene molto a dire che La source des femmes non è un film contro, ma un film per. “Per la bellezza delle donne e dell’amore, un amore che si possa affermare liberamente e che sia fatto di generosità e comprensione reciproca. L’uomo, come dicono certe canzoni arabe tradizionali, deve annaffiare la donna come se fosse un fiore”. Tocca infine all’attore palestinese Saleh Bakri (La visita della banda) concludere: “Ho un passaporto israeliano e per me le frontiere dei paesi arabi sono chiuse, ma sogno un mondo libero dove vivere insieme… Libertè, egalité, fraternité”.

 

 

autore
21 Maggio 2011

Articoli

Una delle illustrazioni del progetto
Articoli

Argento Reloaded by Luca Musk

L'artista Luca Musk e Franco Bellomo presentano il progetto espositivo dedicato al Maestro del Brivido. Una collezione di illustrazioni d'atmosfera che fanno rivivere i set di Argento e la loro magia

Articoli

The Arch., quando gli architetti diventano oracoli

Il documentario d'esordio di Alessandra Stefani ci porta in un viaggio lungo i quattro continenti alla scoperta delle prospettive che ci offrono i più importanti architetti contemporanei per un mondo più sostenibile. In sala con Adler dal 27 al 29 settembre

Articoli

Buon 2018 ai lettori di CinecittàNews

La redazione va in vacanza per qualche giorno. Riprenderemo ad aggiornare a partire dal 2 gennaio. Auguriamo un felice 2018 a tutti i nostri lettori.

Articoli

Cattivissimo 3 sfiora i 15 milioni

E' ancora Cattivissimo 3 a guidare il box office per il terzo weekend, con 2.471.040 euro. Al 2° posto, con 1 mln 919mila euro, sfiorando i 6 mln totali, il kolossal di Christopher Nolan Dunkirk


Ultimi aggiornamenti