Sorpresa: il cinema italiano fa vendere dvd. E’ la sfida della catena di homevideo Blockbuster, che ha portato sui propri espositori 100 titoli di cinema italiano: 9.000 dvd sparsi tra i 300 punti vendita. Un’iniziativa di cui è padrino Maurizio Nichetti: Due anni fa, ai tempi di Ho-no-lu-lu baby, mi sono chiesto come mai i miei film e quelli dei miei colleghi non fossero venduti da questi negozi. In risposta mi hanno chiesto di aiutarli a scegliere dei titoli”. In più Italia Cinema ci ha messo i video magazine trimestrali dellagenzia, disponibili gratuitamente a noleggio, un modo per informare sulle prossime produzioni.
Come è nata la collaborazione tra Italia Cinema e Blockbuster?
Li ho messi in contatto io, il mio è stato un gesto naturale. Da regista ho fatto presente allazienda che esisteva unagenzia di promozione che realizzava regolarmente videomagazine dinformazione sul cinema italiano. Ora stiamo studiando la possibilità di fare un dvd di 15 cortometraggi anche se questa realtà è più frammentata e più difficile da gestire. Portare allattenzione dello spettatore di Blockbuster, generalmente giovane, anche la forma breve vuol dire metterlo a confronto diretto con un regista della sua stessa generazione. Matteo Garrone, prima di arrivare a realizzare Limbalsamatore, si era cimentato con i cortometraggi che gli erano valsi il premio Sacher.
Blockbuster vuole restaurare e distribuire in dvd pellicole italiane…
Per il momento il progetto riguarda solo Il bidone di Federico Fellini, Laudace colpo dei soliti ignoti di Nanni Loy e Larmata Brancaleone di Mario Monicelli. Certo è che le edizioni dvd vanno realizzate con una certa autorevolezza: devono contenere una serie di valori aggiunti che li rendano appetibili anche a coloro che magari possiedono quello stesso film in videocassetta. Allora diventano importanti il backstage, lintervista, le registrazioni dei provini e così via. Ancora oggi i film italiani in dvd sono pochissimi, è un mercato sottovalutato, i clienti potenziali sono tantissimi.
Negli ultimi due anni però c’è stato un vero boom di dvd dei film italiani appena usciti dalle sale…
Ma non c’è ancora una cultura del dvd, i miei stessi colleghi non si preoccupano a sufficienza del mercato homevideo dei loro film. Noi autori dobbiamo capire che il dvd è una sorta di archivio storico del nostro lavoro, sta a noi scegliere cosa ci va dentro. Manca ancora una coscienza diffusa delle nuove tecnologie. Nel ’94 cominciai la realizzazione di un cd interattivo di Stefano Quantestorie. Ci vollero tre anni e nel frattempo era già arrivato il dvd. Non si è mai abbastanza veloci nell’adeguarsi allo sviluppo. Per di più, il cinema italiano si divide tra chi, come i giovani autori, non vede al di là dei riscontri al botteghino e gli anziani maestri che sono tagliati fuori per motivi generazionali dall’uso dei nuovi strumenti. Il pubblico invece è assetato di prodotti digitali.
Dopo il botteghino c’è il dvd, ma prima ci sono i film. Hai progetti nuovi?
Tanti, uno per produttore. Da quello più impegnativo dal punto di vista tecnologico e quindi costoso, alla commedia semplice da girare. C’è un’animazione a tecnica mista sul genere Volere volare intititolato Cartoon Lover. Per questo sono in contatto con delle major americane, che attendono verifiche sul mercato di prodotti analoghi prima di decidere. Ma il mio vero sogno è adattare Il barone rampante di Italo Calvino. Sto già cercando di ottenere l’assenso degli eredi. Sono convinto che la letteratura fantastica di Calvino portata sullo schermo abbia un potenziale universale, mondiale, ne possono nascere film per tutti, amati in tutti i paesi. Il barone rampante rappresenterebbe un ottimo veicolo d’italianità all’interno di quella cinematografia del fantastico a cui le nuove generazioni sono ormai abituate. Forse i produttori italiani pensano troppo spesso a progetti di genere realistico. Ma il neorealismo è passato.
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