Maria De Medeiros: femministe senza baffi


BERLINO – Sembra incredibile, ma nessuna attrice italiana aveva voglia di accettare il ruolo di una donna omosessuale, che convive con un’altra ragazza, sfidando l’incomprensione della famiglia d’origine, una famiglia borghese di piccoli industriali della calzatura nel Nordest operoso e un po’ spento. Così racconta Marco Simon Puccioni, che per la sua opera seconda Riparo, a Berlino in Panorama, ha scelto due attrici straniere: la slovacca Antonia Liskova e la portoghese Maria De Medeiros. Certo, definire Maria una straniera è quasi ingeneroso dopo le sue bellissime prove nel cinema italiano, da Honolulu Baby di Maurizio Nichetti a Il resto di niente di Antonietta De Lillo. È proprio in questo film che Puccioni l’ha vista e si è reso conto che avrebbe saputo dare al personaggio della lesbica Anna la giusta naturalezza: né troppo mascolina né troppo gatta, ma una donna che ha fatto una consapevole scelta di vita e che contemporaneamente coltiva un evidente istinto di maternità fino ad “adottare” un adolescente clandestino che le si è infilato nel portabagagli durante un viaggio in Nordafrica.

“Quando ho letto la sceneggiatura, che Marco e il produttore Mario Mazzarotto mi hanno portato a Parigi, ho subito pensato che era bellissima ma che io non c’entravo niente con un personaggio nato e cresciuto a Udine. Poi ho riflettutto sulla mia capacità di calarmi nei ruoli che fanno un po’ paura e così ho accettato. Trovo molto moderno che qui la vera famiglia sia quella che scegliamo, al di là dell’eredità genetica”. Maria, già regista con Capitani d’aprile sulla rivoluzione dei garofani, sta ora lavorando alla sua opera seconda: “Ho avuto un aiuto dal fondo francese per lo sviluppo dei progetti e sto facendo ricerche sul movimento femminista degli anni ’70 che mi piacerebbe molto raccontare. Ho capito che su questo tema ci sono tanti pregiudizi: le femministe sono considerate donne castranti, donne con i baffi, invece io ho visto i bellissimi documentari dell’epoca e ho fatto tanti incontri con esponenti del movimento scoprendo che non hanno i baffi ma allegria, giovinezza e apertura di spirito. Spero anche che le cose stiano cambiando con Ségolène che corre per la presidenza”. Maria ha appena finito un disco (A little more blue) dove interpreta classici brasiliani di Caetano Veloso, Chico Buarque e Gilberto Gil. “Sono canzoni che ascoltavo all’indomani della rivoluzione dei garofani – dice, tirando fuori il cd dalla borsetta – e parlano di resistenza alla dittatura brasiliana: per me è stato un viaggio intimista in quella musica ma anche una grande paura di cantare in pubblico mentre Caetano Veloso era in sala”.
Riparo, prodotto come un vero e proprio puzzle con soldi del nostro ministero, della francese Adésif, del programma Media, di Eurimages e di Rai Cinema, non ha ancora una distribuzione italiana, mentre c’è già un interessamento oltralpe.

autore
13 Febbraio 2007

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