Diventerà addirittura un pentalogo, come Harry Potter e come Rambo, Manuale d’amore, la commedia a episodi sui sentimenti (e sul sesso) prodotta da Aurelio De Laurentiis e diretta da Giovanni Veronesi (che l’ha voluta dedicare all’amico Francesco Nuti). Non siamo ancora a metà del cammino: venerdì 19 gennaio esce infatti il secondo volume della serie in 750 copie, preceduto da una campagna marketing imponente. Il cast sta percorrendo l’Italia da Nord a Sud, mentre Monica Bellucci, impegnata sul set in Francia, ha visto pubblicate le sue foto “piccanti” con le scene tagliate dall’episodio in cui seduce Riccardo Scamarcio e si concede una notte di fuoco con lui paralizzato sulla sedia a rotelle. Le immagini hanno fatto scalpore, ma si è parlato tanto anche dei temi di altri due episodi, quello della coppietta gay composta da Antonio Albanese e Sergio Rubini che, perseguitata a Lecce da benpensanti e teppisti, va a Barcellona per convolare a (giuste) nozze. “Immedesimarsi in questo personaggio – dice Rubini – è stata una grande lezione di tolleranza che consiglio anche ai politici e non solo a loro”. L’altro è quello che parla della tanto discussa fecondazione assistita per ripercorrere il calvario di una giovane coppia (Fabio Volo-Barbora Bobulova) bombardata di ormoni. Lui ha gli spermatozoi piccoli e imbranati e anche stavolta non resta che volare nella città catalana per l’inseminazione, mentre l’attrice slovacca si rivela perfettamente a suo agio in un ruolo brillante e “isterico” alla Monica Vitti. Insomma, dopo tanti omaggi alla Spagna di Zapatero non dovrebbe certo stupire che il film esca a febbraio anche nella penisola iberica.
Vale la pena ricordare che il primo Manuale d’amore era arrivato nelle sale il 18 marzo del 2005: fu un blockbuster non annunciato. Totalizzò infatti 15 mln € al botteghino, ma venne apprezzato anche dalla critica aggiundicandosi due David e due Nastri d’argento. Da lì naturalmente è nata la voglia di replicare pestando alquanto sull’acceleratore. Così se nel primo capitolo si parlava di innamoramento e separazioni, stavolta l’amore è diventato estremo. “Non volevo fare politica ma sicuramente ci siamo ispirati, con gli sceneggiatori Ugo Chiti e con il giovane Andrea Agnello, uscito dal Centro sperimentale, all’attualità che vede l’Italia quasi sempre arrivare ultima sulle grandi svolte del costume”. Così i due omosessuali sono tutt’altro che in stile cage aux folles, mentre gli sposi sterili possono selezionare i gameti giusti soltanto all’estero. Primo e quarto episodio, invece, toccano l’argomento più usuale (se non corrivo) dell’adulterio. Parlerà di rapporto tra genitori e figli, anticipa Veronesi, il terzo Manuale, “ma solo dall’intero pentalogo – assicura – verrà fuori la complessità del sentimento”.
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