Manfredi, uno scrittore per il cinema

A Capri, Hollywood si parla molto di idee. Idee latitanti o da cercare nel già visto e, più spesso, in letteratura. Così uno studioso come Valerio Massimo Manfredi, autore prolifico e instancabile, vede le sue azioni in costante crescita, corteggiato da Fulvio Lucisano e coperto di attenzioni da Dino De Laurentiis. Sono addirittura cinque i film in arrivo che portano, in un modo o nell’altro, la sua prestigiosa firma. Da L’ultima legione a Memorie di Adriano fino al nuovo e già controverso progetto di Martinelli Marco d’Aviano. Ma intanto sta scrivendo l’ennesimo romanzo, “La marcia”, che prende spunto dall’Anabasi di Senofonte.

L’ultima legione, che uscirà in tutto il mondo a febbraio/marzo e che ha nell’imponente cast nomi come Colin Firth, Ben Kingsley e Peter Mullan, è una coproduzione che coinvolge Dino De Laurentiis, Tarak Ben Ammar e Harvey Weinstein con un budget di 60 mln di dollari. “E’ stato un percorso complesso”, ci racconta lo scrittore modenese. “Ho scritto una serie di trattamenti, poi sono partite le sceneggiature ma gli americani non capivano e tendevano a fare di cinquecento anni di storia romana un tutt’uno. Alla fine sono arrivati due inglesi, Jez e Tom Butterworth, che hanno fatto un buon lavoro, ma nel frattempo era uscito King Arthur che ha molti aspetti in comune con The Last Legion, tra cui una battaglia sul ghiaccio quasi identica a quella che descrivo nel romanzo: dal momento che King Arthur è andato male anche il nostro progetto ha rischiato di naufragare, ma Dino l’ha ripreso per i capelli”.

Altro impegno complesso e affascinante quello che l’ha portato a scrivere la sceneggiatura dello straordinario romanzo di Marguerite Yourcenar, Le memorie di Adriano. “Un lavoro che era impantanato da anni e di cui sono molto orgoglioso. Quando me lo proposero fui tentato di dire di no, perché quel libro è addirittura la negazione del cinema, poi tre anni fa a Cannes quelli di Rai Cinema sono riusciti a tendermi un’imboscata”. Alla fine il film si farà, diretto da John Boorman, che sta completando il cast (si parla di Antonio Banderas per il ruolo dell’imperatore). “La cosa più difficile è stata scrivere la seconda parte del libro, dove c’è meno azione e dove si racconta soprattutto l’amore per Antinoo”. Manfredi, coinvolto anche nel lavoro di ricerca che ha portato al remake dell’ Inchiesta di Damiano Damiani (“nella nuova versione ho dato centralità alla figura dell’imperatore Tiberio sulla base di studi recenti e ipotesi accreditate”), ha poi scritto per l’amico Renzo Martinelli Marco d’Aviano, un kolossal storico sull’assedio turco della città di Vienna iniziato nel 1683 e sulla resistenza che il frate francescano riuscì a organizzare mettendo insieme una coalizione di principi cristiani che infine sconfiggeranno gli invasori in un’epica battaglia in cui qualcuno già vede echi nel presente scontro di civiltà. Nel cast ci saranno Jeremy Irons e Murray Abraham, oltre allo stesso scrittore nel ruolo di un nobile. Infine diventerà una fiction Rai, sempre prodotta da Lucisano e diretta da Giulio Base, il primo romanzo di Manfredi. Lo scudo di Talos, pubblicato in 40 paesi e venduto ogni anno da venti in almeno 40mila copie. Inoltre per un giovane produttore, Giorgio Prandoni, che ha appena ottenuto il contributo di Rai Cinema, gli ha commissionato una versione per il cinema del piùà antico poema dell’umanità, Gilgamesh, che Manfredi sintetizza con queste parole: “una storia formidabile sulla ricerca dell’immortalità”.