Malick & Bertolucci, una Festa “Extra”


Le pere di AdamoLucio Dalla, Ascanio Celestini e Michele Placido sono in prima fila nella platea del Teatro Studio all’Auditorium dove si presenta il programma della sezione più innovativa ed eccentrica della Festa di Roma. Tutti e tre avranno a che fare con Extra, quasi un festival nel festival: il cantante bolognese perché ha composto una canzone per il documentario su Totò intitolata “Principessa”; il cantastorie perché proporrà un suo documentario in forma di ballata (Parole sante); l’attore e regista perché sarà coinvolto nell’operazione di decentramento con il Teatro di Tor Bella Monaca che dirige e dove ha già pensato a provini aperti per il suo film sul ’68 a cui chiamerà studenti universitari e vecchi leader del movimento.

Insomma, gli artisti, ancor più che i film, sono per Mario Sesti, che firma questa sezione insieme a consulenti come Carlo Freccero e Tatti Sanguineti, un punto di forza da rivendicare per una nuova idea di festival. Così anticipa con un certo orgoglio l’incontro con Francis Ford Coppola & family (anche i figli Sophia e Roman e la moglie Eleanor); la lezione di cinema di Bernardo Bertolucci che ruoterà soprattutto attorno a Novecento; la (rara) presenza di Terrence Malick, che ha accettato di incontrare il pubblico a condizione di essere protetto dai fotografi, per parlare di cinema italiano analizzando Sedotta e abbandonata, Il posto di Ermanno Olmi, Lo sceicco bianco di Fellini e alcuni film di Totò. O ancora la presenza di Sofia Loren, che riceve l’Acting Award ed è al centro di una retrospettiva realizzata in collaborazione con Cinecittà Holding, che ha messo a disposizione sette film sottotitolati in inglese. Ma di una linea al femminile fanno parte anche i molti film realizzati da autrici e il secondo appuntamento con l’Actor’s Studio che mette a fuoco l’esplosione della ragazza ribelle anni ’70 attraverso tre figure fondamentali di questa mutazione antropologica: Jane Fonda, Shirley Knight e Cloris Leachman.

Ninte è come sembraSedici opere in anteprima europea o internazionale concorrono al premio Cult (20mila euro) mentre il programma nel suo complesso comprende 29 film rispetto ai 40 dell’anno scorso con una selezione che Sesti definisce “rassodata”. Mentre promette un nuova angolazione sul cinema italiano “che in questi ultimi tempi ha subito bastonate dappertutto”. Da segnalare, tra gli altri, Le pere di Adamo di Guido Chiesa, che crea inediti collegamenti tra la meterologia e lo studio dei movimenti politici; Zero inchiesta sull’11 settembre di Franco Fracassi e Francesco Trento, basato sulle scoperte giornalistiche di Giulietto Chiesa;Auschwitz 2006 di Saverio Costanzo, che accompagna gli studenti di un liceo romano in visita nel campo di sterminio; Donne assassine di Herbert Simone Paragnani, episodio pilota di una serie Fox, che mette in campo Donatella Finocchiaro e Sabrina Impacciatore; il cinema-saggio di Franco Battiato e Manlio Sgalambro Niente è come sembra; un film contro la pena di morte prodotto da Colin Firth, adottato da Amnesty International e proiettato contemporaneamente a Roma e al Festival di Londra. E poi lavori di Alejandro Jodorowsky, Rolf De Heer, Jonathan Demme. Omaggi a Totò, Marco Ferreri, Sergio Leone, Riccardo Freda e Alberto Grifi. Il presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo, ha dato una benedizione istituzionale a questa seconda edizione, “più difficile della prima”, mentre il senatore Goffredo Bettini, presidente della Fondazione Cinema per Roma, ha voluto correggere il tiro su qualche insufficienza dello scorso anno: un sistema di vendita last minute dovrebbe consentire di riempire le sale, mentre crescerà il rapporto con cineclub, centri sociali e sale cattoliche sul territorio.

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19 Settembre 2007

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