“Non si è mai troppo grandi per le storie”. Purtroppo, a volte capita che, schiacciati dal peso delle responsabilità delle nostre vite di adulti, rischiamo di dimenticarcelo. Il cinema per ragazzi ci può aiutare a ricordarci l’importanza della fantasia e dell’ottimismo, soprattutto quando è realizzato con la sensibilità di Alain Gagnol e Jean-Loup Felicioli, autori di Nina e il segreto del riccio, film d’animazione nelle sale il 6 febbraio distribuito da Movies Inspired, dopo essere stato presentato in Selezione Ufficiale, Fuori Concorso, al Festival di Annecy.
Nina è una bambina come tante altre, che ama giocare nel bosco con il suo amico Mehdi e che, soprattutto, ama sentire le storie raccontate dal padre, che ogni sera fa volare la fantasia insieme a lei. La maggior parte di queste storie riguardano un riccio che si è intrufolato nella fabbrica in cui l’uomo lavora e che, animato dalla penna del padre, è diventato il perfetto amico immaginario della bambina, suo compagno nel gioco e nei momenti più difficili che presto arriveranno. La chiusura della fabbrica in cui lavora il padre, infatti, gli toglieranno la serenità, costringendo la piccola a trovare una soluzione creativa e avventata. Cruciale per il suo piano avventuroso sarà proprio il buco nel muro da cui è passato inizialmente il riccio, che offrirà un’opportunità inattesa.
Caratterizzato dallo stile d’animazione semplice ma espressivo dei registi candidati all’Oscar nel 2012, Nina e il segreto del riccio è un giallo per bambini che riesce a renderci partecipi del punto di vista dei più piccoli sulla realtà che ci circonda. Gli autori inseriscono con naturalezza le dinamiche degli adulti – tra crisi del lavoro, scioperi, furti e truffe – nel mondo dell’infanzia, con i bambini che le filtrano attraverso la loro immaginazione, riuscendo a trovare prospettive nuove e soluzioni inaspettate ai problemi più irrisolvibili. Proprio come il riccio delle storie della buonanotte, che perde sempre il lavoro a causa dei suoi aculei, ma che non si arrende mai, Nina continuerà a combattere per restituire il sorriso a suo padre.
Tanti sono gli insegnamenti che si possono cogliere da questo film così poetico e delicato. I piccoli impareranno l’importanza di “concedersi qualche momento di tristezza” e a capire come affrontare le difficoltà che prima o poi arriveranno. Gli adulti ricorderanno l’importanza di non lasciarsi schiacciare dal peso di un mondo in cui “sono sempre gli ultimi a pagare”, perché arrendersi è il primo modo per fallire.
Toccante e avventuroso, il film ci regala dei personaggi caratterizzati finemente, seppure in maniera essenziale. Il padre di Nina, in particolare, è un uomo con cui è facile entrare in empatia. Il modo in cui improvvisamente smette di raccontare storie alla figlia, rinunciando a condividere la propria fantasia con quella di Nina, ci racconta molto del modo in cui gli adulti rischiano di affrontare la vita, smettendo di credere nei sogni e in loro stessi. In tal senso, l’innocenza dei bambini ci viene spesso in aiuto, regalandoci gioia e spensieratezza, così come il cinema ben fatto.
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