TAORMINA – Uno studio a Los Angeles dice che ci vorranno 50 anni per raggiungere la parità tra uomo e donna, mi sembrano troppi, forse anche noi donne possiamo fare di più” con questa premessa Tiziana Rocca introduce il panel Le Donne, non le Dive. Identità femminili tra forza e verità, in cui alcune delle ospiti più prestigiose del 71° Taormina Film Festival si sono confrontate sul ruolo della donna nella società, ma soprattutto nel cinema di oggi. Un evento che la direttrice artistica del festival ha promosso con entusiasmo, avendo impostato l’intera kermesse su uno spiccato punto di vista femminile.
“Non ci capisco molto di numeri e non mi interessano le statistiche, mi interessa piuttosto creare un empowerment femminile che parta da noi stesse. – afferma Devine J. Randolph, attrice premio Oscar e presidente della Giuria del Concorso del festival – Bisogna fare squadra, partire da una sorellanza: un’idea potrebbe essere quella di comunicare tra di noi, condividere le informazioni all’interno dell’industria cinematografica per fermare la manipolazione che viene effettuata su di noi. Ma l’alleanza non deve partire solo da noi donne, ma anche dagli uomini. Perché sono loro ad avere il controllo. Credo che si possa fare davvero la differenza se partiamo da questo: un’alleanza che sia sostenibile sia a livello di sorellanza che con l’altro sesso”.
Cruciale è la voce di una delle donne più influenti del mondo del cinema: Iris Knobloch, Presidente del Festival di Cannes. “È importantissimo contare su queste vetrine, perché accendono un riflettore sul gap che esiste ancora tra i due generi. – dichiara, facendo riferimento a festival come il suo o quello di Taormina – Posso affermare che sul pubblico agisce una leva inconscia del pregiudizio, le donne non sono viste allo stesso modo degli uomini. Così come l’industria non si fida delle donne quanto si fida degli uomini quando deve assegnare la regia di un blockbuster. Ma bisogna guardare anche agli esempi positivi, come The Substance, che è arrivato fino agli Oscar. Se ogni donna è in grado di combattere per l’altra, ci saranno sempre più donne a lavorare per questa industria”.
Tra le giurate di questa edizione c’è anche Alessandra Mastronardi, che ricorda un episodio spiacevole: “Un produttore un giorno mi disse: sono le donne che vanno maggiormente al cinema e vogliono vedere gli uomini, per questo vengono pagati di più. Penso che sia devastante, perché noi andiamo al cinema per vedere degli esempi femminili, per identificarci in donne di tutte le età. Perché anche le donne 60-70 anni vedono i film e vogliono vedere storie su di loro. Il sistema deve essere cambiato, – continua – ma ho un’immensa fiducia nella nuova generazione, perché a 20 anni non ero così, avevo paura di dire no. Il sistema non ci proteggeva e, soprattutto, non c’era una coscienza collettiva. Mentre le ragazze di oggi hanno il potere dei social, che ci uniscono ovunque nel mondo. Una rete femminile può muovere tutto”.
Tra le voci delle altre presenti, come Nina Zilli, Sandy Powell, Donatella Finocchiaro, Valeria Solarino, Sarah Felberbaum, spicca la solita schiettezza della giurata Ilenia Pastorelli: “Ormai se non mi fanno un bonifico non esco di casa, ho una soglia sotto la quale non scendo. – afferma con onestà – Dobbiamo definire il nostro valore, ho rifiutato tanti progetti per questo e mi è dispiaciuto. Sono stata contenta le poche volte in cui ho guadagnato più dell’attore protagonista, non l’ho detto pubblicamente ma ho tanto goduto”.
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