BERLINO – “Voglio essere elegante, vitale, sofisticata, ma non più giovane della mia età. Non bisogna incoraggiare le persone a sembrare più giovani. È un insulto. Mio figlio è nero, quando dicono che non lo sembra, lo considero un insulto; non ditemi che sembro più giovane, ditemi che sono bella”. Presidente di giuria a questa 61/a Berlinale, Isabella Rossellini è anche la star di Late Bloomers, commedia romantica diretta dalla figlia d’arte Julie Gavras, in Berlinale Special. Per questo primo ruolo da protagonista da circa 15 anni a questa parte, la Rossellini è una bella pensionata sui sessanta che, dopo un’amnesia temporanea, sprofonda in una tragicomica crisi di mezza età che travolge anche il marito William Hurt, architetto “delle cause perse”, purtroppo impossibilitato a volare a Berlino per accompagnare il film.
“Trovo questo film bellissimo, perché è uno dei pochi che parla di invecchiare, e lo fa in modo divertente. Di solito l’argomento viene trattato con toni molto drammatici”, sottolinea la Rossellini, che sembra prendere davvero bene l’avanzare dell’età. “Tanto dice ridendo – succederà a tutti voi. E in parte è un sollievo: non mi piaceva camminare a Roma e sentirmi fischiare dietro, o vedere gli uomini che provavano a toccarmi facendo finta di niente. Non era divertente, ma minaccioso, non mi sentivo lusingata”.
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Il documentario d'esordio di Alessandra Stefani ci porta in un viaggio lungo i quattro continenti alla scoperta delle prospettive che ci offrono i più importanti architetti contemporanei per un mondo più sostenibile. In sala con Adler dal 27 al 29 settembre
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