L’amore difficile per Francesca Schirru

Esce in sala l'8 maggio con Altre Storie e Rai Cinema 'Malamore' di Francesca Schirru


Mary (Giulia Schiavo) è la giovane amante del pregiudicato Nunzio (Simone Susinna), sposato a sua volta con la capoclan Carmela (Antonella Carone). Quando la ragazza incontra Giulio (Simon Grechi), il nuovo insegnante di equitazione del maneggio che frequenta, trova la forza di troncare questa relazione tossica. Nunzio, in attesa di uscire dal carcere da dove continua a gestire i suoi business e traffici illeciti, invia il suo sgherro Michele (Antonio Orlando), amico d’infanzia di Mary, per metterla in guardia e cercare di farle cambiare idea. Ma Mary vuole finalmente sentirsi ‘libera’ e decide di andare via per qualche giorno. La sua partenza ferirà l’orgoglio di Nunzio, che uscito finalmente di galera potrà dare sfogo a tutta la sua ira, in un mondo corrotto dove i veri elementi sovversivi sembrano essere l’amore e l’amicizia.

Esce in sala l’8 maggio con Altre Storie e Rai Cinema Malamore di Francesca Schirru.

Dice Susinna: “E’ un personaggio molto diverso da me, ma mi ha aiutato girare nel vero carcere dismesso di Francavilla Fontana. Nella vita sono un buono, e pure timido. In questo il personaggio mi ha insegnato delle cose. Questo è il mio primo film in italiano, e mi ha sostenuto la bravura di Giulia e di tutti i miei colleghi”.

Commenta Schiavo: “Con Simone un rapporto ironico, in completa contrapposizione con il lavoro fisico e macabro che dovevamo invece fare nel carcere. Abbiamo fatto anche tante prove, settimane prima di iniziare le riprese, esercizi in cui ci siamo conosciuti e respirati per capire dove arrivasse la fragilità di Mary e dove iniziasse la possenza di Simone. Una relazione che è finita, ma è stata molto importante. Per Nunzio Mary è una relazione extraconiugale, ma per Mary Nunzio è l’unica figura di riferimento, dipende da lui sotto tutti i punti di vista. Economico. Perché non le permette di lavorare, la isola, anche come identità femminile. Psicologico. Perché la controlla. Sessuale. Le scene che abbiamo dovuto realizzare hanno richiesto concentrazione. Erano torbide, ho dovuto immergermi in lati spiacevoli della mia anima”.

Per Schirru “quello che mi interessa è lavorare sulle dinamiche umane e le relazioni interpersonali. Già nel mio corto avevo avviato questo percorso. Mi serviva una struttura narrativa importante, con una materia più sostanziosa. Ho fatto ricerche su questo genere di disfunzioni relazionali. Volevo partire da un’unica storia vera, ma la cronaca ci sommerge di storie analoghe, Mi sono resa conto presto che c’era un fil rouge che le collegava tutte: l’inadeguatezza alla gestione dei rapporti.  Così abbiamo elaborato una storia del tutta nuova usando la criminalità organizzata come contesto funzionale. Propendo a questo tipo di racconti per una curiosità e una ricerca di comprensione, abbinata a un interesse per la fragilità umana, soprattutto nella ricerca di una connessione con gli altri. Il desiderio di stare con gli altri c’è sempre”.

Quanto al pubblico di riferimento, dichiara Schirru: “Gli spettatori sono fondamentali. Il cinema è condivisione, quindi legato alla sala. Come per Ettore Scola, fare un film e non condividerlo col pubblico è come tenere un quadro in cantina con la luce spenta. Cerco storie vicine alla mia sensibilità ma che interessino anche il maggior numero di persone possibili. Fare un film è impegnativo, per le risorse economiche, per la gente in ballo che si deve fidare di te. Quindi spero che il pubblico con il mio film trovi uno spazio per riflettere, anche astraendosi dalla propria esperienza personale. Conoscevo il territorio – spiega la regista – il cinema è piuttosto ammirato. Eravamo dei volti amici. Magari avrei avuto problemi differenti se fossi andata come giornalista o documentarista. Temo più il giudizio di chi quei luoghi li abita. Io abito a Ostia, e ricordo cosa è accaduto quando è uscito Suburra. Il cittadino è fragile, subisce pregiudizi, ma ho dato una visione anche tridimensionale”.

Susinna è naturalmente considerato un “bello”: “Ovvio – ammette – che a un primo impatto aiuti. Ma poi bisogna lavorare sulla propria crescita personale. Io faccio dei corsi e dei percorsi spirituali, mi apro con la gente. Ripeto, sono timidissimo, il che a volte mi faceva passare per il ‘bello che non balla’. E’ comunque un pregiudizio con cui combattere. Ma il mio sogno nel cassetto era fare il modello, sono determinato e ambizioso. A un certo punto la moda non mi dava più l’adrenalina che cercavo. Credevo anche che il set fosse simile alla moda, ma era tutto molto più complicato. Questo film è stata una grande opportunità e, con lo script, amore a prima vista. Ora faccio un film che si chiama Mamma Natale su Amazon Prime, dove interpreto il toy boy della Befana, con Sefano Cipani e Luisa Ranieri“.

Nel futuro di Schiavo invece c’è Creatives, sempre su Prime, che narra l’ascesa di un’azienda di marketing, e probabilmente anche qualcosa a teatro.

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28 Aprile 2025

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