Dal 15 al 18 giugno a Riccione si svolge la 17° edizione del Premio Ilaria Alpi: incontri con le migliori firme del giornalismo internazionale, mostre, spettacoli, la lectio magistralis di Demetrio Volcic, accanto all’intrattenimento di “Anno Zoro” con la satira sui fatti del giorno e, soprattutto, al concorso per video di varie durate e formati.
L’evento, che com’è noto è dedicato alla coraggiosa reporter del tg3 uccisa nel 1994 a Mogadiscio insieme all’operatore Miran Hrovatin, quest’anno concentra la sua attenzione sulla primavera araba, pur toccando tanti altri temi scottanti. “I fatti che hanno sconvolto il mondo arabo – spiega Andrea Vianello, amico e collega di Ilaria e direttore scientifico della manifestazione – sono paragonabili alla caduta di un altro Muro di Berlino, è in atto una vera rivoluzione che produrrà un mondo diverso da quello che c’era prima”.
Aggiunge Vianello: “Ilaria parlava e scriveva l’arabo, aveva studiato e vissuto al Cairo. Quando abbiamo visto le immagini di piazza Tahrir piena di giovani, non potevamo non pensare a quello che avrebbe fatto come giornalista, a come ci avrebbe raccontato queste rivoluzioni”.
Nella serata finale, sabato 18 alle ore 21 al Palacongressi di Riccione, sarà presentato il video omaggio a Giorgio Alpi realizzato da Ferdinando Vicentini Orgnani (già autore del film Ilaria Alpi, il più crudele dei giorni) e saranno proclamati i vincitori della diciassettesima edizione del Premio, concorso aperto a reportage, servizi tv e documentari inediti realizzati da giornalisti professionisti, freelance e giovani autori di network nazionali, internazionali, locali, di web-tv e di scuole di giornalismo. I 27 finalisti sono stati selezionati tra 275 in concorso dalla giuria presieduta da Italo Moretti. Nel corso della serata saranno consegnati anche un premio speciale a Roberto Saviano e il premio alla carriera a Bernardo Valli.
Tra i finalisti, quasi tutti servizi andati in onda sulle varie reti, ci sono anche alcuni inediti (il vincitore sarà messo in onda su Raitre nella trasmissione Doc 3), tra cui G-gate di Franco Fracassi e Massimo Luria, un’inchiesta che attraversa il movimento no global e le forze dell’ordine per fare luce sulle zone d’ombra che ancora restano, a dieci anni esatti, del G8 di Genova del 2001. Di tessuti e altre storie di Teresa Paoli, un reportage girato a Prato, dove vive la più grande comunità cinese d’Europa. L’or du Congo di Nicola Pittarello realizzato nelle zone più remote del Congo, fuori dal controllo del governo di Kinshasa, ma sotto l’influenza dei poteri economici e militari di gruppo locali e dei vicini Ruanda e Uganda.
Tra gli eventi anche l’installazione “Opera al nero” di Alma Carrara, un tunnel ricoperto di fogli di giornale per riflettere sull’assenza delle donne nel lavoro, nei media e nella vita sociale italiana.
Tutti gli appuntamenti del Premio sono a ingresso libero. Il programma completo sul sito internet
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