CANNES – La Petite Dernière, presentato in concorso sulla Croiesette, è un film drammatico diretto da Hafsia Herzi, tratto dal romanzo autofinzionale di Fatima Daas. La pellicola racconta la storia di Fatima, una diciassettenne franco-algerina che vive in una periferia parigina. Mentre inizia gli studi universitari di filosofia a Parigi, Fatima si confronta con la sfida di conciliare la sua fede musulmana con la scoperta della propria identità sessuale e il desiderio di libertà personale.
Il film esplora con delicatezza temi complessi come l’identità culturale, la sessualità e il conflitto tra tradizione e modernità. Fatima, interpretata dalla debuttante Nadia Melliti, affronta relazioni sentimentali, tra cui una significativa con Ji-Na, un’infermiera coreana interpretata da Park Ji-min. La narrazione è suddivisa in stagioni, riflettendo il percorso interiore della protagonista.
La Petite Dernière ha ricevuto ampi consensi dalla critica per la sua narrazione sensibile e le interpretazioni autentiche. È stato selezionato per la competizione ufficiale del Festival di Cannes 2025 e sarà distribuito nelle sale francesi a partire dal 1º ottobre 2025.
“Ho adorato il romanzo – dice la regista – ho incontrato Fatima su Zoom, ma non abbiamo cambiato molto. Non siamo due grandi chiacchierone, alla fine ci siamo capite”. “La fiducia si è instaurata abbastanza in fretta – conferma la scrittrice – sono molto fiera del film e di questa avventura con lei. Della sua integrità. Mantenerla al cinema non è facile”.
“Ho adattato liberamente – commenta ancora Herzi – almeno nella prima versione della sceneggiatura. Ho fatto alcune versioni, poi ho voluto che Fatima la leggesse. Non era contrattualmente un obbligo, ma era importante per me coinvolgerla. Non ci sarebbe un film senza il suo libro. Volevo la sua approvazione su un tema così intimo. L’ho un po’ assillata”.
“Non siamo obbligati a parlare di tutto scrivendo un libro – fa eco di nuovo Daas – non bisogna farsi del male con il silenzio. Anche nel silenzio ci può essere amore”.
Prende la parola l’interprete principale: “Fatima è unica con la sua storia. Deve essere più forte che può e accettarsi, anche in un ambiente sfavorevole. A causa della legge e di tutto il resto. Deve conquistare la possibilità di esprimersi come vuole”.
Naturalmente, ci sono state delle resistenze: “Ma eravamo preparati – commenta la regista – anche Fatima ne ha avute dopo la pubblicazione del libro. Non si può piacere a tutti. Ma siamo riusciti ad affrontarlo. C’erano molte persone pronte a difenderci, per sostenere il tema. Non si viene mai troppo incoraggiati quando si toccano argomenti tabù”.
Quanto al casting, dice Herzi: “Si è svolto un po’ in tutta la Francia. Non cercavo qualcuno che somigliasse a Fatima, volevo qualcosa di più di quello che era scritto”.
Così Melliti: “abbiamo parlato moltissimo del personaggio, cercando di capire cosa si volesse trasmettere”. “L’aspetto sportivo – precisa la regista – lo ha portato lei. Nel libro non c’era e mi è piaciuto. Era compatibile con la sua età. Alcuni pensavano che non sarebbe stato credibile che giocasse così bene a calcio, ma io ci ho sempre creduto”.
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