La Palma d’oro alla sfida dei multiplex


Cristian Mungiu e Anamaria MarincaEsce in Italia, prima che altrove, prima ancora che in Francia o in Romania, 4 mesi, 3 settimane, 2 giorni, il film rumeno che ha vinto la Palma d’oro a Cannes 2007. Lucky Red lo porta con orgoglio in 70 città e in 120 sale, tra cui anche qualche multiplex, da venerdì 24 agosto, proprio alla vigilia della Mostra di Venezia. Una sfida rischiosa e un lancio in grande stile per un’opera certamente non facile ma di forte impatto e di grande bellezza, che ha ottenuto anche il plauso della critica con il Premio Fipresci. Dalla Romania, negli ultimi anni, stanno arrivando opere sorprendenti per la capacità di mescolare il realismo nei suoi toni più crudi e agghiaccianti a una vena surreale, quasi astratta. È così anche per la storia di Otilia e Gabita, due studentesse ventenni che affrontano da sole, senza alcun aiuto e con pochi soldi, un aborto clandestino narrato prima nello squallore di piccoli gesti quotidiani, quindi con toni disperati e infine con una tensione drammatica che fa pensare a un thriller, pur senza mai esserlo. Racconta il regista Cristian Mungiu, 39enne: “Il regime dal ’66 puniva l’interruzione di gravidanza per favorire l’incremento demografico, funzionale alla politica megalomane di Ceausescu. Tanto più che si voleva una nuova generazione di bambini allevati nello spirito e negli ideali del comunismo. Così era normale che i piccoli fossero tolti alle madri single per educarli in un istituto. Dunque l’aborto, in quel periodo, era una scelta obbligata, perché era impensabile che una ragazza non sposata potesse crescere e mantenere un figlio da sola. Purtroppo ancora oggi, a quasi vent’anni dalla caduta della dittatura, l’aborto è considerato il principale metodo contraccettivo nel nostro paese, e questo è davvero un segno di inciviltà”. Ma Cristian Mungiu non pensa a 4 mesi, 3 settimane, 2 giorni come a un film a tesi e neppure come a una riflessione sul comunismo o a una denuncia sulle storture della dittatura. “Mi interessano le storie di vita vissuta. Allora avevo vent’anni e ricordo che nessuno di noi pensava che il regime potesse cadere, non lo mettevamo neanche in discussione. Quello che ci preoccupava, come accade a Otilia e Gabita, erano i problemi pratici, i soldi che mancavano, la difficoltà di trovare un pacchetto di sigarette o una saponetta. Dell’assenza di libertà neppure ci rendevamo conto”. In questa prospettiva, Mungiu sta lavorando a una serie di piccoli film da trenta minuti (Tales from the Golden Age) che recuperano vicende personali di quegli anni, racconti di amici o leggende metropolitane, come quella del camionista costretto a guidare senza mai fermarsi. Mentre Anamaria Marinca, dopo aver interpretato la determinata Otilia, ha lavorato con Francis Ford Coppola in Youth without Youth, ispirato a un romanzo del filosofo Mircea Eliade, anche lui guarda caso rumeno: “Sono stata sul set solo un giorno ma in quelle 24 ore ho imparato moltissimo accanto a uno dei più grandi artisti viventi”.

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21 Agosto 2007

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