‘La marcia dell’uomo’ entra nella collezione del Museo Pecci

L'opera di Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi entra a far parte della collezione del Centro Pecci grazie alla vincita del bando ministeriale PAC 2024 - Piano per l’Arte Contemporanea


L’opera video La marcia dell’uomo di Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi entra a far parte della collezione del Centro Pecci grazie alla vincita del bando ministeriale PAC 2024 – Piano per l’Arte Contemporanea, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.

La marcia dell’uomo è stato presentato per la prima volta alla 49ma Mostra Internazionale d’Arte La Biennale di Venezia, curata da Harald Szeemann nel 2001, ed è stato oggetto di un’ampia installazione all’Hangar Bicocca in occasione della mostra monografica dei due artisti del 2004.

L’installazione video, disposta spazialmente su tre grandi schermi, ha come oggetto le repressioni culturali e i grandi rimossi della storia, come il colonialismo italiano in Africa. Ispirata a riprese realizzate in Africa tra la fine dell’800 e gli anni ‘60, quest’opera racconta di uno sguardo europeo sul Continente africano intriso di pregiudizio e disprezzo, quando non di esplicita violenza.
La presentazione dell’opera video all’interno degli spazi del Centro Pecci darà vita a una suggestiva esperienza dello spazio ridisegnato dalle immagini: camminando lungo la sequenza dei tre schermi si attraversa la storia dell’uomo grazie ad un viaggio immersivo in tre tempi, dalla fine dell’Ottocento con il primo schermo, agli anni ’20 con il secondo e infine gli anni ’60 con il terzo.
 
Yervant Gianikian (Merano, 1942 – vive a Milano), di origine armena, ha studiato architettura a Venezia; Angela Ricci Lucchi (Lugo di Romagna, 1942 – Milano, 2018) ha studiato pittura in Austria con Oskar Kokoschka. Trasferitisi entrambi a Milano, utilizzano il cinema per una riflessione sull’uso delle immagini e sulla loro intrinseca ambivalenza. Dalla metà degli anni ’70 iniziano una ricerca sperimentale con produzioni indipendenti che includono le proiezioni-performance di “film profumati” e, in seguito, la rielaborazione artigianale, tra viraggi, ralenti e combinazioni di montaggio, di materiale d’archivio. Al loro lavoro sono state dedicate retrospettive e rassegne in tutto il mondo tra cui il Moma di New York, la Cinémathèque Française e il Centre Pompidou di Parigi, la Galerie nationale du Jeu de Paume e la Tate Modern di Londra. Nel 2015 hanno ricevuto il Leone d’Oro alla Biennale di Venezia per la loro partecipazione al Padiglione Armeno.

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21 Maggio 2025

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