Nel 2015, con un superhero movie ambientato a Tor Bella Monaca (Lo chiamavano Jeeg Robot), Gabriele Mainetti faceva collidere, con successo, il cinema italiano e i vasti universi dell’immaginario pop, tra influenze di genere e fumetto. Poi, con Freaks Out, presentato a Venezia nel 2021, si era passati a una storia alla X-Men ma ambientata a Roma durante la Seconda Guerra Mondiale. Sul finale tornava anche Jeeg, ma per Mainetti, rivela, “era stato come scalare una montagna”. Ora, con La città proibita, rilancia la sfida e propone un “Kung Fu all’amatriciana” (era questo il titolo inizialmente annunciato), un coinvolgente melò con radici nel cinema di arti marziali e il cuore all’Esquilino, a Roma. Un’operazione audace – “anche più facile, ho imparato a delegare e ad accogliere l’aiuto di tutti” -, con un cast che comprende volti noti del panorama cinematografico italiano, giovani promesse e una protagonista, Yaxi Liu, direttamente dalla Cina e all’esordio come attrice dopo anni di esperienza come stunt su grandi set (Mulan, Second life). Il film, in parte girato a Cinecittà, è scritto dallo stesso Mainetti con Stefano Bises e Davide Serino. Sarà nelle sale italiane dal 13 marzo, distribuito da Piperfilm, con un’anteprima speciale l’8 marzo in occasione della Festa della Donna.
La storia segue Mei, una giovane donna che arriva a Roma alla ricerca della sorella scomparsa. Il suo percorso si intreccia con quello di Marcello (Enrico Borello), un cuoco che gestisce con la madre Lorena (Sabrina Ferilli) un ristorante di famiglia, oberato dai debiti lasciati dal padre Alfredo (Luca Zingaretti), fuggito con un’altra donna. A completare il quadro c’è Annibale (Marco Giallini), un piccolo boss di quartiere e amico di vecchia data della famiglia.
“Ho fatto il film che avrei voluto vedere al cinema”, afferma Mainetti. “Una storia capace di emozionare, far ridere e coinvolgere il pubblico, in un’esperienza che attinge tanto al cinema popolare quanto a quello d’autore. Il mio cinema è influenzato dai film che ho visto, ma le influenze emergono in modo spontaneo. Il grande cinema popolare è nel mio DNA”. Il segreto? “I personaggi. Mi piace scrivere storie anche assurde, ma con personaggi il più veri possibile, in modo che lo spettatore possa riconoscersi in loro. Anche se metti un alieno che atterra, se la sua reazione è credibile, allora il pubblico ci crederà”.
Il cuore pulsante del film è l’Esquilino, quartiere simbolo della multiculturalità romana. Mainetti lo rappresenta in una chiave originale, evitando i luoghi comuni e trasformandolo in uno spazio cinematografico che dialoga con la tradizione del wuxiapian, il cinema d’arti marziali cinese. “Roma è parte di me. È una città che offre tanti mondi diversi. Volevo raccontare una Roma capace di reinventarsi, non una Roma che sovrasta il racconto”, spiega il regista. “Roma è fatta di tanti piccoli mondi, da ragazzo viverla voleva dire porsi di fronte a specchi per capire cose sempre diverse di me. È una lettera d’amore, la volontà di riconoscere che siamo anche altro rispetto agli immortali Fori. Non è un caso se una scena si svolge proprio lì, e il personaggio è invitato a cambiare per sempre. Anche Roma può diventare qualcosa d’altro, in parallelo”. Anche per Sabrina Ferilli “la Roma de La Città Proibita è una città multietnica raccontata senza retorica. Non è né bistrattata né esaltata. È semplicemente mostrata per quello che è: un crocevia di culture, come potrebbe essere Berlino o Parigi”. Un gioco sulla romanità che unisce culture e generi cinematografici per creare un mondo filmico denso di riferimenti. Da Bruce Lee e Chuck Norris nel Colosseo in L’urlo di Chen terrorizza anche l’occidente a Vacanze Romane. “L’accordo era di cogliere il senso della città. Gabriele mantiene e conserva la storia e la romanità, come la custodisse”, spiega Enrico Borello.
Per le scene d’azione, Mainetti ha scelto Liang Yang, fight coordinator che ha lavorato a produzioni come Skyfall e Deadpool & Wolverine, affinché le coreografie fossero spettacolari ma al tempo stesso leggibili per il pubblico. “Volevo che il kung fu di Bruce Lee fosse presente, ma in modo che gli spettatori potessero godersi ogni singolo movimento”, spiega Mainetti. La scelta di una protagonista con una reale esperienza marziale ha garantito autenticità alle sequenze di combattimento.
“Essendo la mia prima esperienza come attrice – racconta Yaxi Liu -, l’empatia è stata fondamentale. Ho trovato molti punti in comune con il mio personaggio: anche io ho iniziato a studiare arti marziali da piccola e ho avuto un’infanzia difficile. Questo mi ha aiutato a immedesimarmi di più in lei”.
Personaggi vivi, “ammaccati” li definisce lo sceneggiatore Stefano Bises. “Sono quelli che a noi piacciono di più e che Gabriele sa gestire al meglio. L’idea era che persino i personaggi peggiori avessero delle ferite, delle fragilità che li rendessero umani. Portare il kung fu a Roma gli dà un respiro internazionale, ma soprattutto sottolinea il messaggio del film: chi è contro l’integrazione e la contaminazione culturale è un dinosauro destinato all’estinzione”.
La città proibita uscirà in 400 copie il 13 marzo, con un’anteprima l’8 marzo in 200 sale. “Siamo felici che La Città Proibita esca in sala – ha dichiarato Massimiliano Orfei, AD di PiperFilm -, perché fino a poco tempo fa film di questa portata finivano direttamente sulle piattaforme. Il cinema italiano sta vivendo una riscossa e con questo film vogliamo farne parte”.
Tratto dall’omonimo romanzo di Jérôme Ferrari, il film sarà presentato il 25 marzo al Bif&st prima di uscire nelle sale italiane il 3 aprile
Diretto da Tony Goldwyn, arriva in sala dal 24 aprile con BIM Distribuzione, che ha rilasciato il trailer ufficiale. Nel cast anche Bobby Cannavale e Rose Byrne
In sala dal 17 aprile la nuova splendida avventura per famiglie, ambientata nel cuore della Cina: la storia dell'amicizia tra un bambino e una delle creature più affascinanti del pianeta
Diretto da Diretto da Francesca Schirru, il film uscirà nelle sale l'8 maggio. Nel cast anche Antonella Carone, Antonio Orlando e Simon Grechi