Kristen Stewart debutta alla regia con ‘The Chronology of Water’

Tratto dall’autobiografia della scrittrice Lidia Yuknavitch, il film ha una lavorazione di otto anni


CANNES – Otto anni di attesa, un memoir trasformato in “testo sacro”, e ora, finalmente, l’anteprima mondiale sulla Croisette.

Kristen Stewart arriva a Cannes con il suo attesissimo debutto alla regia, The Chronology of Water, tratto dall’autobiografia della scrittrice Lidia Yuknavitch.

“Potrei mettermi a piangere – ha detto Stewart a ‘Vanity Fair’ nel giorno in cui stava dando gli ultimi ritocchi al film – Mi dispiace, arrivo un po’ carica.” L’attrice, che da tempo frequenta il cinema d’autore internazionale (da Clouds of Sils Maria di Assayas a Spencer di Larraín), firma ora un’opera viscerale e profondamente emotiva, interpretata da Imogen Poots, che veste i panni della protagonista Lidia, in un viaggio attraverso trauma, creatività e rinascita.

“Volevo fare un film sul processo creativo, sulla scrittura, su come metabolizzare cose orribili e riscrivere la propria fottuta storia per poterci convivere – ha dichiarato la regista – Un approccio sentito, sincero, che rispecchia la forza narrativa del libro e ne amplifica l’intensità con un montaggio nervoso e un sound design immersivo.

Stewart racconta di aver letto il libro nel 2017, mentre era sul set di JT LeRoy: “L’ho letto sul Kindle e ho pensato: ‘Cazzo, questo è tutto’.” Poco dopo era su un volo per Portland per convincere Yuknavitch ad affidarle l’adattamento: “Le ho chiesto: ‘Cosa posso offrirti? Un tè, una birra, un Martini? Quanti abbracci ci vorranno?’ Ma non è stato difficile. Sembrava tutto naturale.”

Girato in 16mm tra la Lettonia e Malta in soli 32 giorni, è il frutto di un processo creativo quasi istintivo. “La mia inesperienza ha creato le condizioni per girarlo così”, dice.

“Chiunque con più esperienza avrebbe detto che era impossibile.” E ha scelto una troupe di giovani talenti: “Volevo che il film fosse adolescente, urgente, mai compiaciuto. Non voglio sembrare fottutamente brillante. Voglio sentire.”

Il cuore del film è la performance intensa di Poots: “È semplicemente trascendente,” afferma Stewart. “Mi ha tolto il fiato. Sono così orgogliosa di lei e non vedo l’ora che il pubblico lo veda.”

Cannes rappresenta per Stewart un ritorno importante. Dopo essere stata giurata per il Concorso nel 2018, ora presenta la sua prima regia proprio sul palcoscenico più attento e imprevedibile del cinema mondiale. “Amo questo film. Risultati a parte, non ho avuto tempo di realizzare davvero cosa stia accadendo. Ma ho fatto tutto il resto della mia vita in pubblico, quindi posso farlo anche stavolta.”

Stewart non ha ancora mostrato il film a Yuknavitch. “Me lo hai appena chiesto e ho cominciato a sudare sotto il seno,” scherza. “Voglio che lo veda solo quando sarà davvero finito. E sì, mi importa moltissimo di cosa penserà.”

Per la regista, The Chronology of Water è stata un’esperienza totalizzante, un “emotional Heimlich” condiviso con la sua attrice e con se stessa. Ma è solo l’inizio: “Sono pronta a dirigere di nuovo. Voglio solo continuare a lavorare.”

Oltre al debutto alla regia, Stewart è presente al Marché du Film con un altro progetto che sta già facendo parlare: Flesh of the Gods, un thriller vampiresco ambientato nella Los Angeles degli anni ’80, diretto da Panos Cosmatos (figlio del grande Pan – Rambo 2 – La vendetta – e regista di Mandy con Nicolas Cage) e interpretato da Stewart stessa al fianco di Oscar Isaac ed Elizabeth Olsen. Il film non è in concorso, ma viene presentato agli investitori e potenziali distributori.

“Una discesa sensuale e allucinata nel cuore dell’edonismo e della violenza,” come è stata descritta dalla produzione, Flesh of the Gods è attualmente in fase di pre-produzione. Una prova ulteriore del momento artistico intenso e poliedrico che Stewart sta attraversando in questo momento.

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17 Maggio 2025

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