Kevin Spacey: “Non giudico mai i miei personaggi. Mi piacciono le contraddizioni e i difetti degli esseri umani”

Ospite dell'Italian Global Series Festival, l'attore ha detto: "Quello che mi colpisce del mio lavoro è quando le persone si rivedono nei ruoli che faccio"


RICCIONE-“L’aspetto che mi colpisce del mio lavoro è quando le persone mi dicono di essersi riviste in un personaggio che ho interpretato come se fosse reale. E questo è incredibile, perché vuol dire che quel che ho fatto ha lasciato un segno”. Nella sua carriera Kevin Spacey ha dato vita a personaggi che sono diventati iconici Dal serial killer John Doe di Seven diretto da David Lynch, al presidente Usa Frank Underwood nella serie di successo House of Cards, ai ruoli da Oscar del truffatore Verbal Kint ne I soliti sospetti e di Lester Burnham in American Beauty.

Sul palco della Sala Concordia del Palariccione, in un incontro con il pubblico organizzato dall’Italian Global Series Festival, al quale ha partecipato seduta in prima fila anche il sottosegretario alla Cultura, Lucia Borgonzoni, l’attore statunitense, 66 anni il prossimo 26 luglio, ha parlato del suo percorso artistico e del perché fa questo mestiere. “Quando leggo una sceneggiatura devo trovare qualcosa che mi spaventi, provare tante emozioni che mi restano dentro. È solo allora che decido di accettare il ruolo – ha raccontato – In un personaggio cerco le contraddizioni e i difetti. Metto da parte il giudizio. Sono sempre curioso, le persone mi sorprendono”.

Spacey ha studiato alla Juilliard School di New York (era suo compagno di corso Val Kilmer): “Lì mi hanno insegnato la disciplina fisica, emotiva e intellettuale”. Il debutto è stato a teatro in una piéce con Jack Lemon “Era un uomo di grande compagnia. è stata una benedizione per me incontrarlo”. La prima statuetta è arrivata con I soliti sospetti, film del 1995 diretto da Bryan Singer. “Quel film mi ha insegnato il silenzio, a trovare la verità che può essere di fronte a te anche quando non la vedi”. Della sua seconda performance da Oscar, arrivato nel 2002, l’attore ha detto: “American Beauty è stato un film che parlava della ribellione lenta e graduale di un uomo che combatteva contro la vita quotidiana terrena e moderna. Mi sono identificato molto nelle emozioni del protagonista”.

Mentre di Seven ha ricordato di non essere stato scelto inizialmente da David Fincher. “Poi mi arrivò una telefonata dal produttore del film. Era la vigilia di Natale ed ero da mia madre. Mi disse che l’attore che interpretava John Die era stato licenziato e che nel giro di due giorni dovevo arrivare sul set. Sono arrivato a Los Angeles e ho seguito le indicazioni di David Fincher che mi ha chiesto di seguire la sceneggiatura senza eccedere”.

Spacey ha ottenuto grandi consensi grazie alla serie House of Cards. “In quella serie siamo stati profetici nel modo in cui le persone vedono la politica”. Poi rivolgendosi da ex presidente degli Stati Uniti a Donal Trump ha detto: “Il potere è solo una questione di percezione, signor Presidente, e la percezione dura solo finché le persone glielo permettono”.

Nel 2017 l’attore è stato accusato di molestie sessuali da parte dell’attore Anthony Rapp per un fatto risalente al 1986, quando Spacey aveva 26 anni e Rapp solo 14. Poco dopo l’esplosione del caso, Spacey fece coming out dichiarando la propria omosessualità e chiedendo scusa a Rapp, affermando inoltre di non ricordarsi dell’accaduto perché era ubriaco. Da quel momento sono iniziati una serie di guai giudiziari per l’attore. “Quello che mi è successo mi ha permesso di fermarmi, di valutare e ascoltare – ha raccontato – Sono estremamente grato per il lavoro che ho potuto fare dentro e fuori lo schermo. Sono pieno di gratitudine per le persone nel campo dell’industria che mi sono state accanto e hanno aspettato i risultati processuali. Di loro mi fido. Ci sono stati altri, invece, che hanno deciso sin da subito che fossi colpevole. Le perdono, ma di certo non le andrò più a cercare”. Poi ha proseguito: “Sono grato anche ai miei fan e a tutte le persone che mi hanno fermato per strada, in albergo, ovunque, dicendo di essermi vicino. Ad alcune non piaccio su internet, ma nella vita non le ho mai incontrate. Ho imparato a non dare nulla per scontato. La cosa più importante è continuare ad ascoltare e dire la verità”.

Nel 2022 è iniziato il secondo tempo del percorso artistico di Spacey, quando Franco Nero gli ha affidato il ruolo di protagonista nel film L’uomo che disegnò Dio. “È stato il primo a ingaggiarmi dopo le vicende giudiziarie. Grazie a lui sono tornato a lavorare”. Pensando a ciò che vorrebbe ancora raccontare, l’attore ha detto: “Vorrei parlare di redenzione. Di silenzio e sopravvivenza e dello spazio che esiste tra queste due parole. Ho fatto delle ricerche in questo campo e posso portare un apporto che sette anni fa non avevo”.

Infine, rivolgendosi ai giovani Spacey ha concluso: “Quando ero ragazzo la fama sembrava come una porta che una volta attraversata ti faceva accedere ad altre porte. Mi sono reso conto che è uno specchio in cui non si riflette chi sei, ma ciò che le persone pensano tu sia, e questo è molto pericoloso. Ai giovani che vogliono fare il mio mestiere dico di inseguire la verità e non la fama. Di rendere onore al questo lavoro perché è sacro”.

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25 Giugno 2025

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