BERLINO. Il bellissimo Fernando (Isaac Hernández) è un giovane ballerino pieno di talento. Ragazzo di buona famiglia, da Città del Messico arriva negli Usa con i metodi pericolosi dei contrabbandieri di anime per raggiungere l’amata Jennifer (Jessica Chastain), una donna dell’alta società, filantropa e finanziatrice di scuole di balletto al di là della frontiera. Tra i due c’è una passione fortissima, molto fisica, ma la frattura tra i due mondi appare quasi subito insanabile ed è destinata ad approfondirsi.
Il regista messicano Michel Franco (Memory, Sundown e New Order tra i suoi titoli più recenti) pratica la via del film politico e a tesi, benché mascherato da romance, e lo fa in un momento particolarmente drammatico dei rapporti tra Usa e Messico mostrandoci le ingiustizie e i soprusi che persino un artista dotatissimo subisce. “Questi due personaggi – dice Franco – sono lo specchio di qualcosa di più grande, rappresentano l’ambiguità dei rapporti tra i due paesi. Il sogno americano è un sogno spezzato. Abbiamo bisogno gli uni degli altri, ma un paese abusa dell’altro. Milioni di messicani vivono in America e cercano di farne un paese migliore e ricordiamoci sempre che gli Stati Uniti sono un paese di immigrati”.
Come dice a un certo punto un personaggio: “Va tutto bene finché i messicani puliscono i gabinetti degli americani, ma se cercano di prendere il loro posto in un altro tipo di lavoro, il sistema si accorge che sono clandestini e li deporta”. Così il personaggio di Jennifer, che fa parte del jet set californiano e vive tra prime a teatro e vernissage, vorrebbe mantenere un equilibrio perfetto con due case, una in America e l’altra a Città del Messico, nido d’amore per la coppia che poi si trasforma in un luogo di segregazione.
Per Jessica Chastain (The Tree of Life, The Help) anche produttrice e attivista, questo è un “film innegabilmente politico”. “Parlando della relazione tra un’americana e un messicano, Michel provoca ed esplora in modo unico per mostrarci quello che sta accadendo proprio ora negli Usa ma non solo lì. Io non sono come Jennifer, ma era giusto mostrarla nella sua ambiguità, anche nei lati negativi. Anche lei sogna. I due hanno bisogno l’uno dell’altra, ma dovrebbero imparare a giocare correttamente, senza barare. L’America era il paese del sogno, come molti altri luoghi che per qualcuno rappresentano la salvezza, pensate alla donne in Afghanistan e in Iran. Credo che sia giusto per me che sono americana restare lì e contribuire a creare la società che desidero”.
Isaac Hernandez è uno dei più celebri danzatori messicani e oggi primo ballerino del New York City’s American Ballet Theater ed è stato proprio lui a suggerire molti aspetti del personaggio oltre ad essere protagonista di alcune scene di balletto molto intense. “Le scene di danza – spiega Michel Franco – sono realistiche ma nello stesso tempo fanno progredire la storia”. E aggiunge: “Il balletto c’è perché c’è Isaac. In Messico la danza quasi non esisteva finché lui non è diventato una star. Non è un attore, ma ero sicuro che ce l’avrebbe fatta e l’ho detto subito a Jessica che si è fidata di me”.
Chastain infatti è anche produttrice del film in cui crede molto. “Oggi ho la mia compagnia di produzione e collaboro con i filmmaker che mi piacciono. Non devo compiacere nessuno, sono molto più ribelle rispetto ai miei inizi. E sono molto più felice adesso. Vivo a New York e non ho nessun bisogno di fare cinque film l’anno”.
Anche Michel Franco rivendica la sua libertà: “Non faccio parte del sistema di Hollywood, coltivo la mia autonomia”.
Per Jessica Chastain il personaggio di Jennifer è interessante anche per la sua meschinità. “I personaggi femminili nel cinema americano spesso sono dei santini, la classica brava moglie, ma io voglio incarnare persone reali e capaci di cose belle ma anche orribili e distruttive. Nel cinema di Michel esistono gli esseri umani con le loro contraddizioni”.
Nel film ci sono delle scene di sesso anche piuttosto violente. “Mi sono fidata totalmente di Michel per le scene d’amore”, afferma Chastain, che preferisce non fare previsioni sugli Oscar ma dice “ci sono tante storie incredibili e ottime performance”. “Tre scene di sesso portano avanti la storia e abbiamo parlato molto di come girarle, alla fine abbiamo scelto di coreografarle, contengono amore e violenza allo stesso tempo”.
Aggiunge Isaac Hernandez: “Oggi è importante capire che in tutto il mondo i flussi migratori sono una realtà e fanno parte dello sviluppo della società. Ed è fondamentale ricordare che i migranti sono esseri umani complessi con straordinarie qualità ma che possono compiere dei passi falsi. Se ce ne rendiamo conto, saremo uniti nella nostra umanità”.
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