Jasmine Trinca: “Moretti l’iraniano”

BERLINO. Di nuovo fidanzata di Kim Rossi Stuart dopo Romanzo criminale: Jasmine Trinca sarà infatti la protagonista femminile del film di Riccardo Milani tratto dal libro di Walter Veltroni Il disco del mondo, un’opera molto attesa, che potrebbe debuttare a Cannes, e che racconta la biografia di uno stupendo jazzista misconosciuto, Luca Flores, morto suicida all’età di 31 anni. “Io sono la sua grande passione, il motore della sua vita, una ragazza che ha una grande voglia di normalità vicino a un uomo di talento ma anche tormentato e ferito dalle sue esperienze”. Poi scherza: “Ormai io e Kim siamo una coppia leggendaria, quasi come Mastroianni e Sofia Loren”.

Incontriamo Jasmine a Berlino, nella bagarre dello Shooting Stars press lunch, un appuntamento che ha appena compiuto dieci anni e che, sotto l’ala protettrice della European Film Promotion e dei suoi partner nelle varie nazioni, tra cui Filmitalia, dà a 25 giovani attori di tutta Europa (nuovi arrivati di quest’anno sono la Polonia, la Romania e la Slovacchia) una grande chance di visibilità e alza le quotazioni all’estero. “Mi sembra una cosa utile ed è giusto farla in una città internazionale come Berlino”, dice Jasmine, sorridente e rilassata. Con la sua aria da eterna liceale, è tra i più giovani in questa edizione. Ma la popolarità in questo mondo non dipende certo dall’età: “In Europa i veri protagonisti sono gli autori, i registi, a parte qualche eccezione come Penelope Cruz o Helen Mirren, invece qui siamo veramente al centro dell’attenzione per tre giorni. E abbiamo parlato con un sacco di gente interessante”. Interrotta dagli scherzi del collega Rain Tolk, un folletto che arriva dall’Estonia, Jasmine non nega di aver voglia di lavorare all’estero. “Mi piacerebbe fare una commedia con la francese Agnés Jaoui, che scrive cose intelligenti e anche divertenti, poi sul versante impegnato ho sempre stimato i fratelli Dardenne… Ma se mi chiamasse Brian De Palma o David Lynch non mi tirerei certo indietro”. Già molto apprezzata fuori dai confini, grazie ai film di Moretti, ma anche a La meglio gioventù e più di recente a Romanzo criminale, si è sentita prendere un po’ in giro dai compagni degli altri paesi, come se non avesse bisogno di questa vetrina riservata agli sconosciuti (che ha lanciato, tra gli altri, Stefano Accorsi, il nuovo 007 Daniel Craig, Ludivine Sagnier, Rachel Weisz). “Un po’ è vero che sono sempre stata fortunata e privilegiata. Nanni, quando ho fatto La stanza del figlio, mi disse: lo sai che non farai mai un film più bello di questo? Ma io ho tanta nostalgia anche del mio personaggio nella Meglio gioventù e sono legata, seppure in modo diverso, al Caimano anche se non mi vedo tanto a fare la regista”.
Inevitabile che il discorso cada su Moretti. “Di Nanni a Torino penso bene. Lui è un regista molto attento agli altri registi e al nuovo Sacher fa in piccolo quello che potrà fare in grande al festival. Magari con un aiuto sul mercato americano, perché lui – diciamo la verità – si muove meglio sul mercato iraniano”. Invece c’è un po’ di dispiacere per il divorzio da Angelo Barbagallo. “La Sacher, non solo per me, ha un grande valore, loro sono due persone che si compensano bene e che insieme hanno fatto cose bellissime. Adesso si aprono strade differenti: Angelo è un bravissimo produttore e l’ha già dimostrato con La meglio gioventù“.