Indigo: “I” come indipendenti


IndigofilmFrancesca Cima e Nicola Giuliano. O meglio Indigo. La coppia che ha prodotto tutti i film di Paolo Sorrentino, da L’uomo in più, anzi dal cortometraggio da cui nacque quella fortunata opera prima, a L’amico di famiglia, in concorso a Cannes nel 2006. In più La guerra di Mario di Antonio Capuano, con Valeria Golino, un film molto bello e forte sui temi dell’adozione, in concorso a Locarno. Tutte pellicole premiate o quanto meno amate dalla critica, nate anche grazie al rapporto di collaborazione con Fandango e con Medusa.

Quest’anno la “piccola” Indigo è a Venezia con tre titoli: La ragazza del lago di Andrea Molaioli, alla Settimana della Critica, e due documentari: Bianciardi! di Massimo Coppola alle Giornate degli Autori, un appassionato ritratto dello scrittore della “Vita agra”, e Il passaggio della linea di Pietro Marcello (Orizzonti Doc), viaggio attraverso l’Italia da Nord a Sud a bordo di treni notturni, non i velocissimi Eurostar ma i vagoni su cui si spostano i pendolari, fatto di volti, emozioni e dialetti. Indigo tende a costruire rapporti che durano nel tempo: per dire, il protagonista del film di Molaioli, Toni Servillo, è un attore che da anni lavora con loro, e che adesso è sul set dell’atteso e segretissimo Il divo, il film su Giulio Andreotti interpretato anche da Anna Bonaiuto, Piera Degli Esposti, Fanny Ardant, Paolo Graziosi, e poi Giulio Bosetti, Michele Placido, Carlo Buccirosso. Il film è alla penultima settimana di riprese. “Ha un budget medio e non lo consideriamo un film più rischioso degli altri che abbiamo prodotto – ci dicono i due soci – anche perché il cinema italiano, per tradizione, si è sempre occupato di politica ed è bello che torni a quell’impegno”. Studenti del Centro sperimentale, che frequentarono insieme, Francesca Cima e Nicola Giuliano, lei di Pordenone lui di Napoli, non in coppia nella vita, si rivelano cinefili della prima ora, con un’idea di cinema che condividono. “Io amo soprattutto Lubitsch, lui Billy Wilder”, racconta Francesca che si è anche laureata con Giampiero Brunetta. Farebbero volentieri anche delle commedie, ma non condividono la diffusa lamentela di chi realizza cinema brillante e si sente poco valorizzato dalla critica. “Non è vero che la commedia non va ai festival, allora il film di Wes Anderson in concorso che cos’è? Il problema è che quando si parla di commedia, c’è un equivoco, perché la vera commedia è la cosa più difficile da fare, e ha sempre un sottofondo molto amaro. Pensate a L’appartamento di Wilder o Vogliamo vivere di Lubitsch”, dice ancora Francesca. Ottimo il loro rapporto con Medusa, che ha distribuito molti dei loro film. “Se scelgono un progetto, si fidano e lasciano spazio. Per esempio con La ragazza del lago abbiamo discusso di tutto e preso insieme le decisioni. Ma devo dire che la locandina l’hanno voluta loro, perché noi avevamo pensato inizialmente al volto di Servillo. Ora, a scelte fatte, mi sembra che abbiano avuto ragione perché è un’immagine molto bella ed efficace”. Il divo, invece, avvia una collaborazione inedita, con Lucky Red. “Si sono dimostrati entusiasti di questo progetto anche come distributori”. Continuerete a lavorare con Fandango? “Certo”.

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03 Settembre 2007

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