CANNES – “Anche se ispirata a fatti e personaggi reali, questa è un’opera di finzione”. Il cartello iniziale di La Conquête, il film con cui Xavier Durringer ha ritratto Nicolas Sarkozy negli anni della sua ascesa al potere presidenziale e della contemporanea uscita dalla sua vita della moglie Cécilia, suona come un’avvertenza superflua. Oppure come uno strumento per difendersi da eventuali attacchi legali. In effetti, la materia è delicata, perché ne La Conquête Sarkozy è mostrato in vesti non proprio lusinghiere, come quando invia affannosamente sms imploranti a Cécilia mentre le news televisive strillano gli scontri delle banlieue. “Nano”, lo apostrofa con disprezzo Dominique de Villepin; “gesticolatore precoce”, lo insulta un irritato Chirac. E molto altro. Un impietoso affresco di violenza linguistica e bassi istinti per il dietro le quinte di un mondo di potere tuttora in piedi, con gli stessi protagonisti: Nicolas e Cécilia Sarkozy, Jacques Chirac, Claude Géant e Dominique de Villepin, interpretati rispettivamente (e mimeticamente) da Denis Podalydès, Florence Pernel, Bernard Le Coq, Hippolyte Girardot e Samuel Labarthe.
Ogni scena riposa su almeno una mezza dozzina di fonti, dice lo sceneggiatore, e anche i triviali dialoghi tra Sarkozy, Chirac e de Villepin corrispondono al modo in cui realmente parlano tra loro, “riferito da persone che li conoscono intimamente”. Il rischio querela, però, è sempre in agguato? “C’è un contesto giuridico da rispettare con un film su persone esistenti, perché c’è il diritto alla privacy. Ma questo è un film: è realizzato su basi reali ma poi si sviluppa come cinema. Tutto è vero ma tutto è falso – dicono i produttori – La nostra è una dichiarazione estetica, più che giuridica”. Comunque, assicura Durringer, l’Eliseo non ha mai avuto la sceneggiatura né visto il film, almeno fino a oggi.
Lo script è stato sempre tenuto segreto proprio per evitare influenze. Ma il film potrà influenzare a sua volta i voti delle presidenziali, che si tengono tra giusto un anno? “No, questo film non cambierà il voto e non ci interessava questo – risponde Durringer – Anche la sua presenza a Cannes in questo momento storico è casuale. Volevamo solo raccontare come quest’uomo abbia dato forte impulso alla politica mediatica e personalizzata, e abbia rotto molti codici”.
In tutto ciò, la Prémière Dame Carla Bruni non viene nemmeno evocata, se non dalla curiosità dei giornalisti: “Non è nel film perché è entrata in gioco dopo la fine della storia che abbiamo raccontato, che si conclude con l’elezione a presidente”, risponde pronto il regista, che dice anche la sua su un uomo politico a noi più vicino, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi: “Ho l’impressione che Sarkozy e Berlusconi, anche se entrambi sono star della politica personalizzata, siano molto diversi – dice – Perché più Berlusconi fa dichiarazioni assurde sulle donne e sui gay e si comporta come un personaggio da circo, più la gente lo vota. Lo trovo assolutamente incredibile”. E poi passa la parola sul tema all’unico italiano del film, Nicola Piovani, che ha composto le musiche: “Sono simili e diversi. Simili perché sono protagonisti di una democrazia televisiva in cui il consenso si ottiene con il piccolo schermo. Una mutazione antropologica per cui l’immagine è diventata più importante dell’abilità di governare. La differenza – continua il musicista – sta nel fatto che da noi il politico davanti alla telecamera è anche il proprietario della telecamera. E non è una differenza sottile”.
La Conquête era molto atteso sulla Croisette. Si dice che Carla Bruni non abbia presenziato alla proiezione di Midnight in Paris di Woody Allen (in cui ha una piccola parte) in polemica contro il Festival che ha invitato (fuori concorso) questo film.
E Sarkozy stesso, come l’avrà presa? In parte risponde Denis Podalydès che lo ha impersonato: “L’ho incontrato due mesi fa, a film fatto, e mi ha accolto con simpatia. Poi si è turbato quando abbiamo parlato del film, ha detto che non lo vedrà, preferisce non sapere e non vedere nulla, visto che si tratta anche della sua vita privata. Poi mi ha chiesto se per me era stato un piacere vestire io suoi panni e io ho detto ‘sì, formidabile’. Mi ha risposto: ‘E’ già qualcosa’”. Di sicuro, quindi, Sarkò non vedrebbe nemmeno un eventuale seguito con Carlà come star. Ma tanto i produttori dicono di non averlo nemmeno mai immaginato.
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