Gioca la carta della falsa docu-commedia, il regista Massimo Martelli, con il suo Il segreto del successo, in uscita il 31 gennaio distribuito in 15 copie da Eagle Pictures e prodotto da Mediatrade e Leading Entertainment. Il regista mette in scena la singolare vicenda di Cico (Paolo Maria Veronica) e Bob (Roberto Malandrino), due comici legati da un ventennale sodalizio professionale, ma mai arrivati al successo, che un giorno vengono dati per morti.
A dare la notizia del luttuoso evento il loro amico Enzo Iacchetti in un collegamento ‘Striscia la notizia’/TG5, di fronte ad un interdetto Enrico Mentana.
La morte in onda nel prime time funziona e lo spregiudicato manager Zoccolini (Antonio Catania), impeccabile in baffetti e impermeabile, decide di farla fruttare. La macchina mediatica concentra la sua attenzione sul duo di cabarettisti rimpianti anche dai loro amici e compagni d’avventura Giobbe Covatta, Francesco Paolantoni, Stefano Sarcinelli, tutti presenti nel ruolo di sé stessi. Così come da Carlo Freccero, Marco Giusti, Francesco Guccini, Pietro Taricone e Alberto Abruzzese, il professore che annuncia per l’occasione il seminario su “Lo spettacolo della morte e la morte dello spettacolo”.
Tra le poche donne del cast Nadia Carlomagno nei panni dell’ambiziosa Irene, ex moglie di Cico.
Ad ispirare Martelli, autore di numerose trasmissioni televisive e dei film Muzungu e Pole pole (il primo con Covatta, il secondo con Fabio Fazio), la storia vera dei due protagonisti: “Li ho conosciuti molti anni fa, io ero il regista di un gruppo in cui c’erano anche Iacchetti, Paolantoni, Sarcinelli e Covatta. All’epoca gli unici un po’ famosi erano proprio Cico e Bob. Poi un giorno decisero di lasciarci: il loro nuovo programma si rivelò un flop clamoroso mentre noi avemmo successo su Odeon TV con Sportacus“.
Da qui la scelta di Martelli di mischiare vero e falso, materiali di repertorio e interviste, personaggi reali e altri fittizi con l’obiettivo “di raccontare, con un pizzico di cattiveria, il mondo dello spettacolo di oggi di cui non amo molte cose”. Qualche esempio? “Il fatto che un film come Respiro in Italia incassa poco mentre in Francia sta ottenendo un grande successo; che i dirigenti e i produttori parlano di ‘prodotto’ e non di contenuti; che chi raggiunge la notorietà è spesso un corpo senza testa come ‘le letterine’; che in Italia mancano i generi cinematografici”.
Dal canto loro Veronica & Malandrino dicono: “Sul set Massimo ci ha costretti a essere noi stessi. Certo, abbiamo enfatizzato alcuni aspetti del nostro carattere”.
E Antonio Catania ammette di riconoscersi, almeno parzialmente nella loro storia: “Rispetto ai colleghi con cui ho cominciato la mia carriera, tra cui Paolo Rossi e Claudio Bisio, non ho mai raggiunto il vero successo”.
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