Il “driver” di Nicolas Winding Refn e la giuria di De Niro


CANNES – Sembra il film ideale per l’ex “taxi driver” Bob De Niro ma è anche in testa alle preferenze di molti cinefili qui a Cannes, Drive di Nicolas Winding Refn, il regista danese cresciuto negli States (ma oggi vive a Copenhagen). Ancora poco conosciuto dal grande pubblico, non distribuito nelle sale ma solo in dvd (la trilogia Pusher), è già stato però oggetto di una personale al Festival di Torino nel 2009. Merito del suo stile inconfondibile che mescola romanticismo e ultraviolenza con un ritmo inarrestabile e un certo gusto musicale. Il suo film precedente, Valhalla Rising, è stato a Venezia, ora Driver arriva in concorso a Cannes e rischia pure di vincere un premio importante.

 

Drive è la storia di un pilota di macchine che resta senza nome (il Ryan Gosling di Blue Valentine). Vive a Los Angeles e mentre di giorno fa lo stuntman per il cinema, di notte si guadagna da vivere come autista di rapine portando in salvo i suoi complici senza fretta e senza incidenti (lo vediamo in azione nella scena iniziale, prima dei titoli di testa, e già ne siamo affascinati). Ha un suo ferreo codice d’onore: non usa le armi e non partecipa al colpo. Vedremo poi che, in caso di bisogno, sa uccidere anche a mani nude o con il bastone della tenda, se minacciato o provocato. Come gli accadrà in continuazione nell’ora e 40 minuti di film, che per lui sarà un’autentica via crucis. Il suo capo Shannon, infatti, pensa bene di farsi finanziare un’auto da corsa – onde sfruttare il grande talento del suo protetto – da due spietati mafiosi. Mafiosi a cui il destino evidentemente l’ha promesso, visto che nel frattempo il nostro eroe si è innamorato di una vicina di casa (Carey Mulligan) il cui marito, malavitoso anche lui, ha un debito proprio con la stessa banda.

 

La trama è quello che è. Vista duemila volte. Ma Drive, per vie misteriose, riesce ad andare oltre il film di genere mostrandoci con grande pietas una società violenta, disperata e fatta di esseri umani soli, vista con gli occhi di un giovane uomo che resta pulito nonostante navighi nell’abiezione e che si muove come ipnotizzato mentre il sangue scorre copioso. Troppo violento per i nostri gusti ma bisogna dire che Drive, che è basato sul romanzo omonimo di James Sallis, contiene alcune delle scene di inseguimento più strepitose mai viste.

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20 Maggio 2011

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