Gus Van Sant non dirigeva un film dal 2018, era Don’t Worry, He Won’t Get Far on Foot con Joaquin Phoenix: è Dead Man’s Wire – con Bill Skarsgård e Dacre Montgomery – a far tornare dietro la macchina da presa l’autore di titoli come Elephant o Will Hunting – Genio Ribelle.
Il film è basato su una storia vera: scritto da Austin Kolodney, racconta la vicenda di Tony Kiritsis (Skarsgård) che prese in ostaggio il suo broker, sentendosi truffato dal proprio istituto di credito; è una questione che risale al ’77, che accadde realmente a Indianapolis, diventando ovviamente un caso mediatico, un live radiofonico, per una minaccia armata che durò 72 ore. È stato un dramma per la Storia sociale americana.
La produzione: Cassian Elwes e Tom Culliver per Elevated Films, insieme a Joel David Moore di Balcony 9 Productions e Chester Algernal Gordon.
Quello della storia di Kiritsis non è però l’unico progetto cinematografico per Van Sant, che torna dietro la mdp anche per un altro film, decisamente atteso, basato sul libro Conspiracy, raccontando il caso legale tra Hulk Hogan e Gawker Media, quello che decretò la bancarotta del sito di gossip nel 2016: un legal drama, tra privacy e potere dei social, che Gus Van Sant porta avanti con Ben Affleck e Matt Damon. (n/b)
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