Go Go Abel: a Cannes fuori concorso


“Le cose viscide non sono mai state così belle”, ha titolato il New York Times a proposito del nuovo film di Abel Ferrara, Go Go Tales. Film al 100% italiano, prodotto da Massimo Gatti e da Roberto De Nigris e girato tutto a Cinecittà, “negli studi dove lavorava Fellini”. Era già successo con Mary, perché il Re di New York vive ormai a due passi dalla Stazione Termini, a Roma. Ma la sua fonte d’ispirazione rimane americana. E autobiografica. “Questo è il suo lavoro più personale”, spiega il montatore del film Fabio Nunziata. “Riflette il suo modo di essere un sognatore e il voler condividere il suo sogno con gli altri; riflette il suo rapporto col denaro, visto come fine e mai come mezzo”. Ray Ruby c’est moi, potrebbe dire il 55enne cineasta che ha al suo attivo capolavori come Il cattivo tenente e The Addiction. Ray Ruby (Willem Dafoe) gestisce il Paradise, un night club all’antica dove si esibiscono nella lap dance alcune tra le più belle ragazze in circolazione (Asia Argento, Stefania Rocca, la modella Bianca Balti, alla sua prima esperienza d’attrice). Le sue pupe non sono semplici spogliarelliste, perché aspirano tutte a diventare star del cinema e mostrare il loro vero talento, ma intanto sono costrette a eccitare danarosi clienti giapponesi per pagarsi l’affitto. In più Ray è ormai ridotto sul lastrico e affida il suo futuro al gioco del lotto sperando di azzeccare una giocata, mentre la padrona di casa vorrebbe sfrattarlo e suo fratello Johnie (Matthew Modine), un parrucchiere che fa affari d’oro, ha deciso di tagliargli i rifornimenti. “Ray è un uomo in lotta contro le grandi corporazioni”, dice Ferrara. Che considera il cinema indipendente americano ormai defunto. “Dopo l’11 settembre il business è cambiato, nessuno vuole più girare film a New York. I produttori indipendenti, come Miramax e New Line, sono ormai stati risucchiati dalle major”.

Per lui lavorare in Italia è un sogno: “Anche King of New York era prodotto dagli italiani: la Penta mi aveva dato 5 mln di dollari dopo una colazione di lavoro. Oggi invece i soldi del mio film vengono da un singolo individuo, non da una società o dalle banche. E’ tutto molto più diretto e continuerò a lavorare in Italia in questo modo, con i miei prossimi tre progetti: Pericle il nero, dal romanzo di Ferrandino; il prequel di King of New York e la storia di mio nonno che arrivò in America come emigrante e si trovò a vivere come uno schiavo”.

Continua ad alzarsi per salutare gli amici che vanno e vengono e interrompe le domande dei giornalisti per sapere come è stato accolto il suo film, che nella fotografia di Fabio Cianchetti vorrebbe ritrovare certe atmosfere notturne di Eyes Wide Shut. Poi si siede di nuovo e riprende a raccontare: “Insieme a Willem Dafoe, che da quando ha sposato la regista italiana Giada Colagrande vive anche lui a Roma, ci siamo rivisti due film: Morte di un allibratore cinese e Broadway Danny Rose, in più Willem ha una vera passione per le commedie italiane degli anni ’70, ma questa la consideriamo una screwball comedy”.

 

Il cast è ricco di presenze, spesso fugaci, tra cui Riccardo Scamarcio nel ruolo di un marito italiano geloso della moglie che si esibisce seminuda e Romina Power che fa le estrazioni del lotto in tv. Sul set pare ci fosse la stessa atmosfera di allegra confusione e improvvisazione. “La sua follia, quando gira, diventa creatività”, racconta Stefania Rocca, che con lui aveva già lavorato in Mary. “Si sta come sui carboni ardenti, è qualcosa di più vicino al teatro che al cinema e sicuramente si improvvisa molto. La famosa scena di Asia Argento che dà un bacio con la lingua al suo rottweiler mentre danza era totalmente imprevista”, racconta. Anche lei è andata a ruota libera nella scena in cui seduce il produttore Andy Luotto per rifilargli la sua sceneggiatura nel cassetto. “Nella realtà mi è andata peggio, il mio script, dal romanzo Lila dice, nessun italiano l’ha voluto produrre e alla fine l’hanno fatto i francesi, perché da noi dicevamo tutti che il linguaggio è troppo sboccato”.

autore
23 Maggio 2007

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