Nella solenne cornice della Sala della Protomoteca in Campidoglio, cuore istituzionale della Capitale, si è svolta la cerimonia di consegna della 65ma edizione del Globo d’Oro, il prestigioso riconoscimento assegnato dall’Associazione della Stampa Estera in Italia al meglio della produzione cinematografica italiana dell’anno.
Condotta dalla speaker radiofonica Betty Senatore, la serata si è aperta con il premio al Miglior Cortometraggio, assegnato a Chloe di Matthias Salzburger, ambientato in una Venezia cupa e silenziosa. Il corto racconta con delicatezza il vissuto dei migranti che inseguono una vita dignitosa, restituendo uno sguardo umano e poetico su una realtà drammatica.
Per la Miglior Serie TV, la stampa estera ha scelto L’arte della gioia diretta da Valeria Golino: un’opera potente, visivamente raffinata che, attraverso il ritratto di un’eroina non convenzionale, restituisce un’immagine intensa e originale della società italiana.
‘Il mestiere di vivere’, di Giovanna Gagliardo
Il premio al Miglior Documentario è andato a Il mestiere di vivere di Giovanna Gagliardo, un viaggio emozionante nella vita e nella scrittura di Cesare Pavese, film targato Cinecittà. “Un altro prestigioso premio alle produzioni di Luce Cinecittà, che testimonia l’impegno nella realizzazione di storie che raccontino, con linguaggio cinematografico, i protagonisti della nostra vita culturale”, dichiara Enrico Bufalini direttore di Archivio Luce e Produzione Documentario di Cinecitta. “Il mestiere di vivere è un racconto adatto sia al grande pubblico, ma anche alla scuola e all’università. Un plauso particolare a Giovanna Gagliardo, che ha saputo trovare la chiave di racconto per calare lo spettatore nei sentimenti e nelle inquietudini dell’uomo Cesare Pavese”.
Il Globo Verde, invece, istituito in questa edizione per promuovere le tematiche ambientali, ed è stato conferito a Come se non ci fosse un domani, di Riccardo Cremona e Matteo Keffer, che con sensibilità racconta l’attivismo delle giovani generazioni e il tema urgente del cambiamento climatico.
A Ciao bambino di Edgardo Pistone è stato assegnato il premio come Miglior Opera Prima: un film di grande forza visiva, in bianco e nero, che alterna crudezza e poesia per raccontare una realtà spesso invisibile.
Nella categoria Giovane Promessa, il premio è stato attribuito a Beatrice Barison, attrice rivelazione capace di trasmettere con dolcezza e intensità il passaggio dalla musica alla recitazione, in un ruolo complesso e maturo.
Momento molto atteso e carico di emozione, il Premio alla Carriera, che è stato consegnato al maestro Pupi Avati, regista con oltre quarant’anni di carriera. Un riconoscimento al suo stile inconfondibile, alla sua capacità di attraversare generi diversi e all’impatto profondo lasciato nella cultura cinematografica italiana.
Il Gran Premio della Stampa Estera è stato assegnato a Isabella Rossellini. Tra le icone più straordinarie del mondo del cinema, donna di rara eleganza e talento, Isabella Rossellini rappresenta l’essenza stessa della cultura cinematografica. Rossellini ha salutato la sala in un toccante video messaggio di ringraziamento.
Il premio alla Miglior Commedia è andato a U.S. Palmese dei Manetti bros., per la sua capacità di raccontare sogni e ironia in modo leggero ma significativo, tra divertimento e umanità.
Per la Miglior Colonna Sonora, il Globo è stato conferito a Federico De’ Robertis per Napoli New York, la sua è una musica evocativa e profonda, capace di amplificare la narrazione con lirismo e autenticità.
La Miglior Fotografia è stata quella di Maurizio Calvesi per L’abbaglio: un’opera visivamente intensa, che traduce la storia dei Mille in immagini cariche di luce e memoria, in perfetto dialogo con la Sicilia narrata.
A distinguersi nella categoria Miglior Attrice è stata Barbora Bobulova, per il suo ruolo in Per il mio bene, in cui interpreta una donna alla ricerca delle sue radici e la sua identità.
Mentre il premio per il Miglior Attore è andato a Claudio Santamaria, per Il Nibbio, dove ha interpretato con profonda umanità e sensibilità il personaggio ispirato a Nicola Calipari, agente italiano caduto in missione, nel ventennale dalla sua scomparsa.
Miglior Sceneggiatura al film Le assaggiatrici, scritto da Doriana Leondeff, Silvio Soldini, Cristina Comencini, Giulia Calenda, Ilaria Macchia e Lucio Ricca, che hanno raccontato la vera storia delle donne tedesche chiamate ad essere le assaggiatrici personali di Hitler.
A Gabriele Mainetti è stato assegnato il Globo d’Oro per la Miglior Regia con il film La città proibita, confermando la sua visione cinematografica originale e universale, capace di trasportare lo spettatore in un mondo fantastico eppure profondamente umano.
Infine, il premio più ambito della serata, quello per il Miglior Film, che è stato assegnato a Il Nibbio di Alessandro Tonda (nella prima foto in alto), per il coraggio con cui ha portato sullo schermo una vicenda recente e ancora viva nella memoria collettiva. “Il Globo d’oro per il miglior film e quello per il miglior attore premiano la magistrale interpretazione di Nicola Calipari da parte di Claudio Santamaria e la capacità di raccontare una storia dolorosa, in cui il servizio delle istituzioni ha avuto l’esito più tragico permettendo comunque di salvare una vita umana”, ha commentato il ministro della Cultura Alessandro Giuli, nel rivolgere i propri complimenti al film.
Tra i Documentari troviamo Il mestiere di vivere di Giovanna Gagliardo e Duse, The Greatest di Sonia Bergamasco, entrambi targati Cinecittà