“Uno straordinario ragazzo di 83 anni”. Così il regista Giuliano Montaldo ricorda l’attore Nino Manfredi appena scomparso. “Bisognava vederlo nella sua casa di vacanza, a Scauri. Nino era un uomo, anche in età avanzata, molto giovane, divertente e spiritosissimo”. Montaldo e Manfredi avevano lavorato insieme nel 1978 sul set de Il giocattolo: “In quel film recitò insieme a un altro grande attore che non c’è più, Vittorio Mezzogiorno. Nino è stato l’ultimo dei grandi di una stagione indimenticabile”.
Come fu l’esperienza de “Il giocattolo”?
Di grande collaborazione. Manfredi dimostrò una generosità senza pari quando si trattò di andare in giro a promuovere il film. Quelli sono i momenti che ricordo con più tenerezza. Nino accettò qualsiasi invito, anche quelli da parte dei piccoli centri, posti sperduti dell’Italia.
Con lui se ne va una generazione di grandi attori.
Ma Nino non fu solo un grande interprete. Fu regista sensibilissimo nel ’62 con uno dei tre episodi de L’amore difficile, L’avventura di un soldato, tratto dall’omonima novella di Italo Calvino. Ha continuato a dimostrare il suo talento nella regia nel 1971 con Per grazia ricevuta. Aveva una straordinaria capacità di raccontare ed era un ascoltatore molto attento. Ricordare insieme questo gruppo di attori della medesima generazione, scomparsi insieme, da Tognazzi a Gassman, Sordi e Mastroianni, fa riflettere. Dopo di loro c’è solo una grande amarezza e un grande vuoto.
Un ricordo personale?
Sulla terrazza di casa sua, sempre a Scauri, di fronte al mare. Passavano le barche, i marinai lo salutavano e lui si divertiva, faceva dei numeri per loro… Era un uomo sempre sul palcoscenico.
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