“Per Hugo Cabret di Martin Scorsese abbiamo ricostruito la Parigi degli anni ’30 negli studios di Shepperton, Longcross e Pinewood. E presto sarò impegnato con il suo nuovo film, Silence, tratto dal romanzo omonimo di Shusaku Endo”. Lo scenografo Dante Ferretti è ospite d’eccezione alla Casa del Cinema dove è stato presentato il documentario di Gianfranco Giagni, visto fuori Concorso a Venezia 67, Dante Ferretti: scenografo italiano, ora in uscita in DVD, distribuito da Cinecittà Luce, il 22 giugno.
“Io e Martin ci conosciamo da 30 anni, ho collaborato a otto suoi film. La prima volta che ci siamo incontrati è stato durante la lavorazione de La città delle donne, quando Martin è venuto sul set di Fellini – racconta Ferretti – e subito mi ha chiamato per due suoi film che non ho potuto realizzare, ma la terza volta, per L’età dell’innocenza, non ho potuto dire di no”.
Una collaborazione che ha portato allo scenografo l’Oscar per The Aviator nel 2005 (l’altro è arrivato nel 2008 per Sweeney Todd di Tim Burton) e che il regista italoamericano racconta con ironia nel documentario di Giagni: “Quando Dante deve mostrami qualcosa, le tavole non sono mai in ordine e per me le cose si fanno complicate, mi viene la nausea a forza di vederlo muovere convulsamente le tavole. Si deve organizzare meglio prima di presentarsi al mio cospetto. Ci ho messo anni per abituarmi”.
A parlarci della creatività e capacità di Ferretti di inventarsi scenografie impossibili, spesso negli studios di Cinecittà grazie alla professionalità e al mestiere delle maestranze, non è solo Scorsese. Nel documentario troviamo le testimonianze Julie Taymor (Titus), Jean-Jacques Annaud (Il nome della rosa), Liliana Cavani (La pelle), Terry Gilliam (Le avventure del Barone di Munchausen), i produttori Harvey Weinstein e Laura Fattori, Leonardo Di Caprio, la costumista Gabriella Pescucci, gli stilisti Valentino Garavani e Carla Fendi. E gli extra del DVD contengono le interviste integrali di alcuni di questi artisti.
E poi è lo stesso Ferretti, spesso schivo e timido, a rivelare il segreto del suo talentuoso mestiere, mentre lo vediamo all’opera con modellini e grandi tavole: “Ogni volta che devo fare un film di un periodo preciso, io non voglio copiare, ma voglio diventare come un personaggio, un architetto che vive quel periodo cercando non di riprodurre ma di fare qualcosa con la mentalità di quel tempo”.
Una passione per il set nata all’età di 13 anni, guardando i peplum e i film in costume, che l’ha portato a frequentare prima il liceo artistico a Macerata e poi l’Accademia delle Belle Arti a Roma. Oltre 60 titoli in più di 40 anni di carriera, gli inizi sono infatti con Pier Paolo Pasolini (Medea, 1969), poi è al fianco di Petri, Ferreri, Liliana Cavani, Fellini, e verso la metà degli anni ’80 arrivano i set internazionali.
Accanto a lui dal 1981 la moglie, la raffinata e apprezzata set decorator Francesca Lo Schiavo.
“Sono orgoglioso che Cinecittà Luce insieme a Cinecittà Studios ha realizzato questo omaggio a un artista che è entrato a far parte della memoria storica del nostro Paese – afferma il presidente Luciano Sovena – Una voce autorevole che subito ha risposto qualche mese fa al nostro appello sul futuro di Cinecittà Luce”.
“Con questo documentario e altri, come Sartoria Tirelli: vestire il cinema o Il dottor Divago sul produttore Pietro Notarianni, ho voluto restituire il grande lavoro di artigiani e artisti del cinema”, spiega il regista che ha ricevuto nell’ambito dei Nastri d’Argento 2011 il Premio speciale del Sngci per il Migliore documentario sul cinema. A consegnato la presidente del sindacato giornalisti cinematografici Laura Delli Colli, che ha ricordato i 12 Nastri d’Argento vinti da Ferretti.
Dante Ferretti: scenografo italiano, di cui un estratto verrà proposto nel corso dell’evento “Cinecittà si Mostra”, è prodotto da Nicoletta Ercole per Cinecittà Studios e Nicomax Cinematografica e da Flavia Parnasi per Combo Film, con il sostegno di Fondazione Roberto Rossellini per l’Audiovisivo, Fondazione Carla Fendi, Marche Film Commission, Film Commission Torino Piemonte e la partecipazione di Rai Cinema, Cinecittà Luce e Studio Universal.
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