VIDEO Mario Sesti: L’ultima sequenza | |
A 40 anni esatti dall’uscita di 8 e ½, il documentario realizzato da Mario Sesti e prodotto dalla Sciarlò di Francesco Tornatore ricostruisce la vicenda tormentata del finale del film felliniano, premio Oscar nel ’63 come miglior film straniero. La storia de L’ultima sequenza, che sarà presentato a Cannes nell’ambito della retrospettiva felliniana, comincia da 3mila scatti fotografici inediti realizzati, durante le riprese di 8 e ½, da Gideon Bachmann giornalista e reporter americano.
Bachmann, che attualmente vive in Germania, tra gli anni ’60 e ’70 frequenta i set di Fellini, Antonioni e Pasolini, raccogliendo una grande quantità di materiale fotografico e di testimonianze sonore, di recente ceduta a Cinemazero di Pordenone. Proprio in questo patrimonio di immagini Mario Sesti ha rinvenuto alcuni scatti realizzati sul set di una sequenza finale, descritta nella sceneggiatura originale di 8 e ½, e poi mai più utilizzata e andata perduta.
30 fotografie, tra cui primi piani di Mastroianni e Anouk Aimée, riguardano, spiega Sesti, “la sequenza finale realizzata da Fellini in una lussuosa carrozza ristorante, modello Orient Express, un vagone colmo di ottoni, vasi di orchidee, lino bianco, che richiama a tratti l’ambientazione dei film di von Sternberg o delle strisce di Hugo Pratt”.
Al termine delle riprese, nell’estate del ’62, il regista riminese si trova davanti al dilemma di due possibili finali, e fino a novembre non sa quale scegliere come raccontò in un’intervista a Camilla Cederna. Alla fine opta per la sequenza che in origine è stata girata come trailer per le sale: quel malinconico girotondo circense sul set del film da fare con le musiche di Nino Rota. Viene meno dunque la sequenza finale del treno dalla meta indefinita, popolato di tutti i personaggi del film che guardano il protagonista. “Fellini si rende conto – spiega Sesti – che quel vagone odora di morte, che questo finale conferma un riverbero funebre, tale da acuire la crisi d’ispirazione del regista/Marcello Mastroianni”.
Purtroppo Fellini, come sua abitudine, non conserva il materiale girato e non utilizzato, anzi sistematicamente lo distrugge. Il documentario prova dunque a ricostruire, come una vera inchiesta, la memoria di quella sequenza attraverso le voci di quanti allora furono coinvolti nel film: a cominciare dallo sceneggiatore Tullio Pinelli, le attrici Sandra Milo, Anouk Aimée, Rossella Falk e Claudia Cardinale, gli aiuti dell’epoca Lina Wertmuller per la regia, Luciano Ricceri per la scenografia e Orietta Nasalli Rocca per i costumi. E ancora il critico Tullio Kezich e Marina Ceratto, figlia dell’attrice del film Caterina Boratto, che ebbero la fortuna di vedere il finale nella prima versione del film.
Ma L’ultima sequenza ridà voce, grazie ai materiali raccolti da Bachmann, anche allo stesso Fellini che ‘commenta’ con le sue riflessioni sull’amore, le donne e il cinema il montaggio delle fotografie ritrovate del set del film.
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