Si è tenuto nella Sala Fellini di Cinecittà un grande incontro-omaggio per celebrare i 50 anni della nascita di Fantozzi, leggendario personaggio creato da Paolo Villaggio.
‘Fantozzi… Controtempo’ – questo il titolo – è stato organizzato dalla Bixio Academy, condotto e moderato dal giornalista e autore Renato Marengo, ha visto protagonisti sul palco Fabio Frizzi, Franco Bixio e Vince Tempera – compositori delle iconiche colonne sonore dei primi film di Fantozzi diretti da Luciano Salce – autentico ingrediente del successo cinematografico della saga.
Ma anche Laura Delli Colli, giornalista, scrittrice e presidente del SNGCI, e Luca Manfredi, regista del film TV Com’è umano lui, dedicato a Paolo Villaggio, interpretato meravigliosamente da Enzo Paci, del quale sono stati proiettati alcuni estratti.
Ad arricchire ulteriormente l’omaggio, sono intervenuti anche Elisabetta Villaggio ed Emanuele Salce, figli d’arte rispettivamente di Paolo Villaggio e Luciano Salce e Daniele De Gemini, co-curatore insieme a Claudio Fuiano della nuova edizione in vinile della colonna sonora originale del film (Cinevox-AMS-Beat Record), pubblicata per la prima volta in questo formato in occasione del cinquantesimo anniversario.
Durante l’evento è stato inoltre proiettato un breve filmato su Villaggio e i suoi indimenticabili personaggi, realizzato da Paolo Zefferi.
Impossibilitata a partecipare, la presidente di Cinecittà Chiara Sbarigia ha lasciato un messaggio da leggere in apertura:
“Buonasera a tutti e benvenuti a Cinecittà.
Un impegno fuori Roma sopraggiunto all’ultimo momento non mi ha permesso di essere con voi questa sera per celebrare i 50 anni dalla nascita del leggendario Ugo Fantozzi, personaggio creato da Paolo Villaggio.
Ci tenevo però a inviare un saluto e un ringraziamento speciale a tutti voi, al mio caro amico Franco Bixio e a Renato Marengo (Coordinatore artistico) per un’iniziativa che rende omaggio a un capolavoro della commedia italiana e al lavoro di tanti artisti, tecnici e autori che hanno reso grande il nostro cinema.
Ospitare questo appuntamento nella Sala Fellini conferma il forte legame tra Cinecittà e la storia del cinema e dell’audiovisivo italiano.
Un legame che trova la sua sintesi nell’Archivio Luce, che attraverso il recupero e la valorizzazione dei materiali originali restituisce memoria e identità a opere come quelle di Fantozzi.
Molti documenti legati a Paolo Villaggio e al suo celebre personaggio sono infatti oggi conservati nell’Archivio: tra questi, la celebre intervista di Gianni Minà e filmati che raccontano la genesi e l’impatto di Fantozzi sulla cultura nazionale.
Cinecittà è stata inoltre set di alcune scene iconiche della saga, come la gara di canottaggio di Superfantozzi (1985).
Buon lavoro a tutti e… buon anniversario al ragionier Ugo Fantozzi!”
I filmati raccontano proprio la nascita di Fantozzi, un personaggio destinato a perfezionarsi e acquisire un’identità precisa nel corso degli anni.
La prima volta che viene citato, nel 1968, è poco più di un nome, un buffo collega incontrato da Villaggio quando lavorava come impiegato alla Cosider di Genova. Poi nascono altre maschere, come il professor Kranz o Fracchia, che spesso con Fantozzi si fonde e si confonde, anche se all’inizio sono diversi e interagiscono tra loro.
Fantozzi è sottomesso, fuori posto o – come recita il titolo dell’incontro – costantemente controtempo. Fa sempre la cosa sbagliata e quanto la fa giusta, la fa nel momento sbagliato.
Fracchia è più integrato, e in sostanza ha il ruolo che poi, con l’arrivo dei film, verrà attribuito a Filini.
Nascono anche altri personaggi, come il mitico professor Kranz, grande successo a teatro. Gli incontri con Costanzo e Rispoli portano Villaggio e i suoi personaggi in tv (compresa la celebre gag della poltrona sacco su cui è impossibile accomodarsi).
Poi ‘L’Europeo’ chiede all’attore di scrivere articoli sulle storie di impiegati che racconta in tv e che fanno tanto divertire gli italiani. Le vendite raddoppiano. Altri quotidiani vogliono la firma di Villaggio, e alcuni di quegli scritti vengono raccolti nei due libri che renderanno il ragionier Ugo famoso in tutta Italia: ‘Fantozzi’ e ‘Il secondo tragico Fantozzi’.
Il film aggiunge altri elementi, come la caratteristica voce fuori campo e, appunto la soundtrack.
Dice Villaggio nelle interviste: “La gente mi racconta che ha riso tanto con Fantozzi. Mi dicono ‘è uguale al mio vicino, a mio cognato, a mio zio, ma nessuno ha il coraggio di ammettere la verità: Fantozzi è lui. Siamo tutti noi”.
Dice Emanuele Salce: “la materia era formata, mio padre gli ha dato il tocco finale”.
Commenta Paci: “ero sovrappeso e pensavo di poter fare Villaggio già così, ma mi hanno messo a dieta. In effetti, da giovane era più magro. Sono anche io genovese, cresciuto col suo mito. Lo imitavo. Ricordo Kranz, perché la Rai quando ero piccolo rimandava in onda spezzoni. Mi portavo dietro il suo corpo, la sua mimica, vocalmente ho lavorato più su lui che sui personaggi, cercando di non imitarlo, facendo una sintesi della mia voca con la sua intonazione”.
Elisabetta Villaggio è presente anche come autrice del libro ‘Fantozzi dietro le quinte’: “ho partecipato alla sceneggiatura del film, rivedo naturalmente mio padre, abbiamo chiacchierato molto, a volte ci siamo scontrati, ma senza picchiarci. Funziona così. Con mio padre avevo girato con una telecamerina in maniera amatoriale alcune scene in scrivere il libro perché sull’autobus, al bar, sentivo ripetere solo le frasi più famose di Fantozzi, la nuvoletta, eccetera… volevo lasciare una memoria storica più esclusiva. Cose che non si trovano in giro. Ho parlato solo di Fantozzi. Per lui era un terzo figlio. Ho intervistato persone che hanno lavorato con lui, e quelli che mi hanno aiutato a ricostruire questa genesi sono stati la sua controfigura e la sua sarta”.
La prefazione è di Laura Delli Colli, che commenta: “Villaggio era un rivoluzionario – dice – mentre tutti parlavano di rivoluzione lui senza saperlo ha ribaltato la satira sociale, magari senza rendersene conto. Era molto intellettuale, non si limitava a scrivere un personaggio. Perfino nel look era controtempo, non era mai allineato alla normalità”.
“La odiava – conferma la figlia – era uno spirito libero e non si poteva allineare alla norma”.
Il tutto culmina nella musica, con gli interventi di Frizzi, Bixio e Tempera – mitico trio finalmente riunito – oltre a De Gemini che ha realizzato la nuova edizione dell’iconico commento sonoro al film.
Dice Frizzi: “Ci tengo a ricordare che questa formazione non si unisce spesso e questo è un giorno particolare. Non ci vediamo da tempo ma il trinomio riprende immediatamente a funzionare. Abbiamo pensato di formarlo, ai tempi, per fare da contraltare ai Goblin!”
Mi ricordo, dice ancora Frizzi, che “morivamo dal ridere al missaggio. Rivedevamo le scene del film per coordinare la musica e non capivamo se eravamo fuori di testa noi o avevamo a che fare con qualcosa di insolito. Ci sentivamo veramente male”.
Tempera ricorda “il grande chitarrista Massimo Luca, che ha lavorato con noi sul tema principale. Aveva la voce identica a quella di Villaggio quando faceva Fantozzi. Conoscevo già il libro e Paolo da qualche anno. Penso sia stato l’unico libro che abbia mai davvero letto insieme agli Urania”.
Il ricordo di Bixio di casa Villaggio è relativo invece a un merlo indiano che ripeteva quanto sentito in tv: “con la voce dell’annunciatore, parlava sempre di Andreotti che si presentava al senato”.
De Gemini specifica “ho adorato Villaggio e Fantozzi come molti ragazzi della mia generazione. Nei diari delle medie scrivevo il testo della ballata di Fantozzi… le mie compagne avevano foto di Simon Le Bon. Anche io sono stato un po’ Fantozzi. Dieci anni fa convinsi Franco a lasciarmi curare il cd de Il secondo tragico Fantozzi. Era geloso… ma anche pigro. Alla fine mi ha delegato. Era come lavorare all’Eneide… ero sul manoscritto originale. Ci ho lavorato per sei mesi… la mia ragazza nel frattempo mi aveva lasciato e nemmeno lo sapevo. Il progetto ora si è riproposto e non posso che esserne felice”.
La piacevole serata chiude con un brindisi alla memoria di Villaggio, che ancora unisce tutti nel segno della passione e del genio creativo.
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