L´ultimo lavoro di Ettore Scola girato per le strade di Roma con il supporto dell´alta definizione – l’ennesimo progetto con la Capitale per protagonista – è Gente di Roma, che uscirà nelle sale il 30 ottobre in tutta Italia dopo un´anteprima il 28 presso l´Auditorium-Parco della Musica alla presenza del sindaco Walter Veltroni. Lo sguardo personale del cineasta si sofferma con tocco leggero sui mille volti della città eterna: una Roma contraddittoria, irrimediabilmente divisa tra elementi tradizionali e irruzioni di linguaggi e culture nuove.
Il film non ha una trama vera e propria, procede per piccoli episodi rappresentativi della realtà quotidiana. In questa visione frammentaria, a metà tra il documentario e la fiction, compaiono personaggi del vivere comune interpretati da volti noti dello spettacolo. Tra questi: Stefania Sandrelli nella parte di se stessa, divisa tra l´essere un´affettuosa nonna che accompagna la nipotina al parco e, contemporaneamente, l´essere attrice impegnata nell´imparare a memoria la battuta di un film. Salvatore Marino, loquace giornalista immigrato, e Valerio Mastandrea, romano strafottente e indifferente che ascolta impassibile la teoria per la quale i romani non sono mai davvero razzisti: la gente di Roma è forte del suo passato e accoglie l´immigrato come se fosse un semplice quanto invisibile passante che sparisce al cospetto del Colosseo. E poi c´è Sabrina Impacciatore che non sa pulire i carciofi né risolvere i suoi problemi sentimentali. Ad aiutarla ci penserà la cameriera africana tanto abile nel fare le fettuccine a mano quanto risoluta nel liquidare il fidanzato della ragazza. La romanità più autentica è impersonata da Fiorenzo Fiorentini che sempre in un autobus declama la poesia del Belli sul membro genitale maschile ad un ragazzino che, a sua volta, imbratta di scritte volgari il mezzo di trasporto. Senza voler far torto a nessuno, il personaggio più bello è quello interpretato da Arnoldo Foà, anziano scorbutico che ama i bucatini all´amatriciana ma è anche afflitto da problemi legati alla senilità, come il perdere di frequente la memoria. Forse è proprio Foà che meglio rappresenta la Roma d´oggi, scissa tra un passato che non vuole morire e un presente ricco di incognite e che per questo nel bene e nel male disorienta.
E´ stato difficile fare un film su Roma e i romani?
Roma nella storia si è rappresentata con il simbolo della Lupa. Un monito per chi ha cercato di addomesticarla. Roma è una brutta bestia, fiera di sé e strafottente, eppure affascinante e accogliente. Una città cresciuta a dismisura senza acquisire una precisa fisionomia. Come diceva l´ex sindaco Argan: Roma è una polenta spadellata!
Tra i mille volti, spiccano quelli degli extracomunitari?
Quello dei migranti è un fenomeno che crescerà negli anni. Siamo solo all´inizio. E dovremmo essere felici di ricevere in dono culture, linguaggi e comportamenti nuovi. La presenza di persone che provengono dai luoghi più disparati di questo mondo dovrebbe essere interpretato come un arricchimento e non una minaccia.
Il Gay Village è il simbolo della Roma che cambia volto?
Le riprese effettuate al Gay Village possono rappresentare una novità rispetto alla Roma di un tempo. Tuttavia, nei rapporti omosessuali si ripropongono le stesse passioni e dinamiche di sempre, a testimonianza che l´essere umano nel profondo dell´animo resta se stesso.
Il film è dedicato ad Alberto Sordi. Era prevista una sua partecipazione?
Avevo sentito Alberto prima di iniziare le riprese e ovviamente avevo previsto una parte importante per lui. Un´apparizione più lunga di quella che Sordi fece in Roma di Fellini. Purtroppo le cose sono andate diversamente ed è la seconda volta che mi capita. Il film Brutti, sporchi e cattivi era l´ideale prosecuzione di Accattone e perciò avevo pensato ad un ruolo per Pier Paolo Pasolini. Proprio quando iniziai a girare fui raggiunto dalla notizia dell´uccisione di Pasolini.
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