Espiazione: le lacrime di Keira

Quello che l’Observer ha definito “il miglior libro che Ian McEwan abbia mai scritto” e che Time ha inserito tra i cento romanzi migliori di tutti i tempi, è diventato un film in cui il grande scrittore inglese, saccheggiatissimo dal cinema, figura anche come coproduttore e che ha avuto la sua totale approvazione. Sceneggiato da Christopher Hampton (Oscar per Le relazioni pericolose) e diretto da Joe Wright (Orgoglio e pregiudizio), Espiazione (Atonement) è il romantico e raffinato racconto che apre stasera la Mostra del cinema numero 64. Ha come protagonista Keira Knightley, l’anoressica bellezza amata dal pirata Orlando Bloom e molto adatta al cinema in costume per il volto sognante e la sensualità sotterranea ma palpitante. Nel film è Cecilia Tallis, una giovane aristocratica che in una calda estate del ’35 nel Surrey ama, riamata, Robbie, il figlio della domestica, così intelligente da essere approdato a Cambridge grazie alla generosità dei padroni. Ma Robbie (James McAvoy) ha affascinato anche la piccola di casa, Briony, che aspira a diventare scrittrice e lavora molto di fantasia fino a incolpare il giovane uomo di un abuso sessuale commesso da qualcun altro.
Invalicabili differenze di classe, invidie ben celate, crudeltà infantili e il potere quasi sovrumano della scrittura, capace di mutare i destini degli esseri umani nel bene e nel male, fanno di Espiazione un testo ricco di sfumature con una prima parte (quella ambientata nella residenza di campagna dei Tallis) morbosa e misteriosa, una seconda parte in cui gli stessi personaggi, ormai gravati chi dalla colpa, chi dalle sue ineluttabili conseguenze, sono catapultati nell’inferno della seconda guerra mondiale tra Londra bombardata e la spiaggia di Dunkerque in un incredibile piano sequenza della ritirata degli inglesi; e un epilogo in cui Briony Tallis è ormai un’affermata scrittrice al suo ultimo e definitivo romanzo (autobiografico naturalmente) oltre che l’unica superstite dell’inconsapevole triangolo. A Briony danno vita tre attrici nei tre diversi momenti della sua vita, la tredicenne gallese (come si vede dal nome che si pronuncia Surse) Saoirse Ronan, veramente perfetta nel ruolo della piccola tessitrice di intrighi (sarà protagonista di The Lovely Bones tratto dal libro di Alice Sebold e diretto da Peter Jackson); la ventenne Romola Garai, che ritroviamo crocerossina conscia del suo imperdonabile peccato e la veterana Vanessa Redgrave che in una breve scena tira le fila della micidiale architettura e concede ai due amanti un lieto fine posticcio. L’immaginazione distrugge e riporta alla vita, permette di riavviare il corso della storia, riazzera i destini. “L’arte – come dice il trentacinquenne regista – è la via verso la redenzione”. Per Keira Knightley – che ha preferito il ruolo di Cecilia a quello della giovane Briony – il film è stata l’occasione per lavorare su un romanzo, cosa che ama in modo speciale. “Quando ho letto il copione mi sono messa a piangere e questo è buon segno per scegliere un progetto”, dice la ventunenne attrice che rifiuterà un quarto capitolo dei Pirati dei Caraibi perché “tre è il numero perfetto”. Infine, fedele al personaggio di Cecilia Tallis, tra Johnny Depp e Orlando Bloom preferisce baciare il timido James McAvoy.

Da segnalare le musiche di Dario Marianelli, compositore italiano già candidato all’Oscar per Orgoglio e pregiudizio, che ha lavorato, come racconta il regista, sugli elementi sonori della storia, come il minaccioso ticchettio sui tasti della macchina da scrivere.