Enzo G. Castellari


E. Castellari“Non esiste più il genere western, esiste invece l’evento, quel film che di tanto in tanto esce, magari per iniziativa di registi come Clint Eastwood”. Enzo G. Castellari, pseudonimo di Enzo Girolami, regista di pellicole di straordinario successo commerciale come L’ultimo squalo, Jonathan degli Orsi e I guerrieri del Bronx, racconta la sua personale avventura nel cinema e il suo nuovo progetto, Gli implacabili, proposto per il fondo di garanzia ma non ancora approvato. Il film è stato concepito dal regista 9 anni fa: “Era il dicembre 1994 e in Italia uscì Botte di Natale con Terence Hill e Bud Spencer. Quel western fu un flop e il mio produttore di allora cambiò idea. Io, che dovevo iniziare a girare a gennaio, mi ritrovai fermo”. Oggi Gli implacabili tornano. Il film, dedicato al cinema di John Huston e Sergio Leone, è prodotto da Mariella Li Sacchi per Factory Film e le riprese sono programma per la prossima primavera in Almeria, Spagna.

Jonathan degli Orsi Qual è la storia de “Gli implacabili”?
Un senatore in corsa per la Casa Bianca ha bisogno di un fatto eclatante per vincere. Decide che il gesto esemplare sarà l’assassinio di un indiano, Tawanka. E così assolda un poliziotto, Pinterton, per riunire 3 sciacalli che catturino l’indiano. Durante la ricerca, Pinterton scoprirà che l’uomo è andato a morire nelle sue terre. Il più giovane dei tre sciacalli poi, come ne I magnifici sette, rimarrà nella terra degli indiani. Floyd “Redcrow” Westerman (attore di origine Sioux che ha lavorato in numerosi film fra i quali, Balla coi lupi e Hidalgo, ndr) interpreterà Tawanka. Tra i camei quelli di Mel Brooks e Quentin Tarantino. Il resto del cast non è ancora definitivo.

Il film si chiama in lingua inglese “The angel, the brute and the sage”. Qual è il riferimento al celebre film di Sergio Leone?
Non si tratta affatto di un remake. E’ stato Mickey Rourke, che dovrebbe recitare nel film, a volere quel titolo. Io l’avrei intitolato The Badlanders.

Tito Carpi in passato è stato lo straordinario sceneggiatore di molti suoi film, ora con chi collabora?
Lorenzo De Luca. Insieme abbiamo già sceneggiato altri film, come Miami Killer della serie tv Extralarge, che ha ottenuto 11 milioni e mezzo di spettatori in Usa, e Jonathan degli Orsi. E’ stato Lorenzo diversi anni fa a contattarmi, amava il mio cinema e voleva imparare il mestiere. E così gliel’ho insegnato. Quanto a Tito Carpi era un grandissimo sceneggiatore, ma non ebbe mai il riconoscimento che si meritava. Ha scritto di tutto, compreso Le magnifiche sette, il film diretto da mio padre Marino Girolami.

Come avvenne l’ingresso della vostra famiglia nel cinema?
Fu grazie ad Anna Magnani. Mio padre, dopo essere diventato il campione europeo dei pesi leggeri, si ritirò ancora 18enne e imbattuto dalla boxe. Aprì un’attività di fisioterapia e la Magnani, il cui figlio aveva problemi di salute, cominciò a frequentarla. Mio padre, che aveva sempre desiderato scrivere, le presentò una storia che poi si trasformò in Campo de’ Fiori, il film di Mario Bonnard del 1943 interpretato proprio dalla Magnani. Lui, in quell’occasione, ottenne di fare l’assistente volontario sul set. E da lì non si è più fermato.

L'ultimo squaloLei è amato da Quentin Tarantino, un cineasta come John Woo ha dichiarato di ispirarsi ai suoi film. Perché in Italia non gode della stessa fama?
La stima di Tarantino nei miei confronti rappresenta il mio personale David di Donatello, il mio Oscar. Quentin vuole fare un remake di un mio film, Quel maledetto treno blindato. Il mio cinema ha ottenuto un successo negli Stati Uniti senza eguali. L’ultimo squalo in un solo weekend guadagnò, nel 1981, 2 milioni e 200mila dollari  nella sola Los Angeles, mentre qua in Italia nessuno diceva e scriveva niente.

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30 Novembre 2004

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