Dal 18 giugno nei cinema, Elio è il ventinovesimo lungometraggio Pixar. A un anno dal successo record di Inside Out 2, lo studio d’animazione si è affidato a Domee Shi e Madeline Sharafian (con il contributo iniziale di Adrian Molina) per una storia originale ambientata nello spazio. Un’avventura fantascientifica che rende omaggio ai classici di Spielberg, Carpenter e Scott, ma che è soprattutto una lettera d’amore ai bambini – ma anche agli adulti, in pieno stile Pixar – che si sentono soli e fuori posto. “È una storia che parla al cuore di chi si sente isolato,” ha spiegato il regista Domee Shi. “Volevamo rendere lo spazio un simbolo di speranza, come nei film degli anni ’70 e ’80 che mi hanno cresciuta, da E.T. a Incontri ravvicinati del terzo tipo. Ma c’è anche un pizzico di tensione, un’eco di Alien o La cosa, con personaggi che si confrontano con l’ignoto. Una lettera d’amore a Spielberg, Carpenter, Scott, ma anche un invito a credere nei legami e nella possibilità di trovare il proprio posto nell’universo”. Nel cast vocale italiano, tra cui Alessandra Mastronardi, Adriano Giannini, Andrea Fratoni, Lucio Corsi e Neri Marcorè.
Al centro della narrazione c’è Elio, un bambino eccentrico e solitario. Orfano di entrambi i genitori, vive con la zia Olga, maggiore dell’aeronautica. Appassionato di spazio e in cerca di un contatto extraterrestre, Elio è emarginato dai coetanei e trova rifugio nei suoi sogni di incontri ravvicinati. Quando, per un errore, viene teletrasportato nel Comuniverso – una sorta di parlamento intergalattico – e scambiato per il leader della Terra, il piccolo si trova a dover affrontare una sfida epica. Tra nuovi amici, come il timido alieno Glordon, e avversari temibili, come Lord Grigon, Elio scoprirà che “essere unici non significa essere soli”.
Elio riflette un desiderio di riconnessione, tra i segni distintivi della nostra epoca. “Realizzarlo è stato terapeutico,” racconta Shi. “Venivamo da un periodo in cui tutti ci sentivamo lontani dagli altri. Spero che questo film possa essere un abbraccio per i bambini soli e un conforto per chi cerca legami veri.” La produttrice Mary Alice Drumm sottolinea il tema universale: “Parla del dolore di chi si sente fuori posto, un’esperienza che veniva molto vicino all’emotività di Adrian Molina, che ha avviato il progetto. Ma è anche una storia di speranza, come tutte le metafore della Pixar.”
Alessandra Mastronardi, al suo debutto come doppiatrice nei panni di zia Olga, descrive l’esperienza come un ingresso in “un piccolo tempio.” “Sono cresciuta con i film Pixar,” racconta. “Questo film mi ha fatto piangere. Il messaggio ‘sei unico ma non sei solo’ è potente, soprattutto oggi, in un mondo che sui social ci spinge a inseguire una perfezione irreale.” Adriano Giannini, voce del temibile Lord Grigon, sottolinea la fatica e l’intensità del lavoro: “Doppiare un personaggio così carico di rabbia è stato più impegnativo del solito, ma anche profondamente gratificante.”
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