“Laicamente dico che mi è dispiaciuto tanto ma la sconfitta fa parte del gioco”. All’indomani dell’esclusione di Pinocchio dalle nominations all’Academy Awards 2003, le parole della produttrice Elda Ferri suonano misurate e composte. Nessun accenno di polemica, nessun rimpianto.
E se ieri la Miramax, attraverso il portavoce italiano Fabrizio Lombardo, è tornata a sottolineare la responsabilità dei media statunitensi che hanno accolto freddamente il film di Roberto Benigni, Ferri si astiene da ogni giudizio.
Sia sul trattamento riservato dalla critica al burattino, sia sulla campagna promozionale orchestrata dalla major e sulla scelta del doppiaggio, una pratica poco usuale negli Usa.
“Miramax sa molto meglio di me quel che è accaduto. Ma non è mia abitudine esaltarmi quando le cose vanno bene e scaricare le colpe su qualcun altro quando vanno male. Semplicemente il nostro film non ha riscosso l’interesse del pubblico americano, mentre in Italia è andato molto bene. Poi, in corsa per l’Oscar c’erano oltre 100 film, una concorrenza fortissima” si limita a dire la produttrice.
E Roberto Benigni come ha reagito alla mancata candidatura? “Condivide la mia posizione. E’ un uomo e un artista equilibrato, ha una grande coscienza di sé e sa perfettamente come vanno le cose” risponde Ferri.
“Dall’annuncio delle candidature fino ad ora, ho ricevuto molte telefonate, tutti vogliono sapere che ne pensiamo. Trovo singolare tutta questa pressione” conclude.
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