DOLCI INGANNI


Oggi alle ore 17, nella Sala Buñuel, nell’ambito della Section Copies Restaurées, verrà presentata la versione restaurata di Dolci inganni (1960) di Alberto Lattuada realizzata dalla Cineteca del Comune di Bologna presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata.
Dolci inganni è il ritratto, chiuso nell’arco di una giornata, della liceale Francesca (una giovanissima Catherine Spaak), sedicenne appartenente ad una agiata famiglia della borghesia romana, alle prese con i primi turbamenti erotici dell’adolescenza ed una passione d’amore per un maturo architetto di vent’anni più vecchio di lei, che la lascerà alquanto delusa.
Dolci inganni da subito fu additata come una delle pellicole più “sconce” e “aberranti” della stagione 1960-1961 e fu coinvolta nella retata della Magistratura milanese nei confronti di un cinema che affrontava con serietà i temi e i problemi dell’Italia contemporanea. Ottiene a fatica il via libera dal ministero del Turismo e dello Spettacolo solo a patto che il film venga leggermente “ritoccato” e a condizione che sia vietato ai minori di 16 anni. In particolare si richiede l’alleggerimento di due scene: la scena di intimità tra la principessa e il suo amante (interpretato da Jean Sorel) a casa della principessa e la scena nella quale appaiono Francesca (Catherine Spaak) e l’architetto (Christian Marquand) a letto nella parte finale del film. Ulteriori modifiche vengono imposte a ben 16 dialoghi ritenuti troppo arditi.
Ma non è sufficiente, viene chiesto dal Procuratore Carmelo Spagnolo il sequestro della pellicola, poi annullato dopo un ennesimo taglio di 301,5 metri, che verranno reintegrati nel 1964 a conclusione di un processo conclusosi a favore del regista e di tutti coloro coinvolti nell’accusa di divulgazione di rappresentazioni oscene.
Il restauro ripropone quest’ultima versione del film reintegrata nel 1964 e la lavorazione tecnica è stata resa possibile dal produttore, Goffredo Lombardo, che ha messo a disposizione della Cineteca del Comune di Bologna il negativo immagine e il negativo suono originali.
Dolci inganni – spiega il direttore della Cineteca Gian Luca Farinelli che fa parte della giuria della Caméra d’or per la migliore opera prima – ci ha interessato per molteplici aspetti: è uno dei film più censurati della storia del cinema italiano, ha un rapporto profondo con la mutazione del costume, Lattuada inoltre è un regista che ci interessa molto ed è un po’ dimenticato. Inoltre, il materiale originale era molto malconcio, condizione in cui si trova molto cinema italiano della fine anni ’50 e inizio anni ’60, e quindi era necessario intervenire il più presto possibile”.

autore
19 Maggio 2003

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