Dalle Vecchie ai giovani: “E’ buffo il passaggio ma, volendo fare speculazioni, mentre in Vecchie c’erano elementi che appartenevano a mie esigenze di rappresentazione, con questo nuovo progetto racconto, come ho fatto in passato, pezzi d’Italia dove uomini e donne sono esempio di un diffuso stimolo vitale. Una realtà, a dir la verità, che fa ben sperare”.
Daniele Segre, torinese classe 1952, spiega il suo nuovo film: Viaggio in Italia – I giovani, 6 racconti, 6 squarci di interni giovanili, ognuno della durata di 45 minuti, girati in betacam SP e Dvcam, commissionati da Rai Tre e prodotti dalla società del regista torinese, I Cammelli. “Aspettiamo il risultato – racconta il responsabile del progetto per il canale pubblico Andrea Salerno – ma se va come speriamo potremmo anche pensare a un riversamento in pellicola. Dare la possibilità ai nostri registi di raccontare l’Italia con il documentario è già un risultato. Un’operazione fatta da qualsiasi canale televisivo europeo ma che qui in Italia fatica a decollare”. Segre ha iniziato a girare il 5 luglio e continuerà a lavorare sul progetto fino a dicembre. Viaggio in Italia – I giovani andrà in onda su Rai Tre in seconda serata tra febbraio e marzo 2004.
Come è nata l’idea di “Viaggio in Italia”?
E’ un progetto che avevo in mente da tempo, almeno dal festival di Venezia scorso. Nel mio “Viaggio” rivolgo lo sguardo a situazioni in cui i giovani percorrono una fase di giusto cambiamento e realizzazione dei propri desideri. Il dato comune, nonostante la diversità delle realtà che sto filmando, è il bisogno di espressione che questi ragazzi hanno, la voglia di coniugare il desiderio interiore con la possibilità di farlo diventare una professione. Sono realtà estremamente vivaci. Con questa gioventù il futuro può essere molto bello: sono motivati e si impegnano per verificare se sono capaci di concretizzare quello che desiderano.
Quali realtà ha scelto per le sue puntate?
Il primo racconto si svolge all’interno della scuola del teatro stabile di Torino, fondata da Luca Ronconi e oggi diretta da Mauro Avogadro. Ogni tre anni da quel posto escono 23-25 allievi, giovani che vengono da tutta Italia per frequentare il corso. Alla fine entrano direttamente nel mondo del lavoro, lavorando come attori del teatro stabile.
Il secondo racconto prende in considerazione la scuola d‘animazione sulle colline di Chieri, un costola nata dalla Scuola nazionale di cinema di Roma. Conosco questa realtà piuttosto bene, essendo stato loro docente con un seminario dedicato al “Cinema della realtà”. Questi giovani hanno attitudini completamente diverse: qui imparano a fare i disegnatori.
Lei dice “racconto”…
Perché sono storie e non reportage. Entro in mondi diversi e trovo una chiave molto sintetica per metterli in scena, ma ogni storia sarà un teatro diverso di rappresentazione. Se ne potrebbero fare tantissimi di filmati come questi perché la realtà giovanile che io vedo è estremamente articolata e mette in discussione quell’idea comune che vuole i giovani rinchiusi nel guscio familiare fino a 30 anni. Con Viaggio in Italia raggiungo anche un mio obiettivo: realizzare progetti che siano di utilità pubblica e che attraverso la televisione pubblica siano di nutrimento culturale.
Quali altri scorci?
Andrò a ferragosto sulla costa romagnola per riprendere ragazzi che svolgono lavori precari nella stagione estiva: giovani camerieri, cuochi che dividono il proprio tempo tra impegno lavorativo e il bisogno di divertirsi. Poi sarà la volta della Comunità di Capodarco, un’associazione che si occupa di volontariato per la riabilitazione e l’inserimento sociale e lavorativo dei portatori di handicap. I giovani associati svolgono l’attività tra Padova e Treviso ma operano anche all’estero attraverso alcune organizzazioni non governative.
“Viaggio in Italia” la impegna fino a dicembre. Dopo?
A Febbraio 2004 torna in scena la versione teatrale di Vecchie, vacanze al mare. La prima sarà al Teatro Gobetti di Torino.
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