“Code Blue”, avviso al pubblico: non adatto agli animi sensibili


CANNES – Anche quest’anno, alla Quinzaine des Réalisateurs, è arrivato il momento del “film-shock“, con tanto di avvisi all’ingresso della sala per avvertire gli spettatori che la pellicola “contiene scene che potrebbero urtare la sensibilità del pubblico”.

 

Si tratta di Code Blue, secondo lungometraggio di Urszula Antoniak dopo Nothing Personal, vincitore di sei premi al Festival di Locarno nel 2009. Forse anche “grazie” all’avviso, la sala era particolarmente piena, e non si è svuotata a metà pellicola come successe l’anno scorso con il disturbante Picco. Nonostante, in effetti, le scene scioccanti non mancassero. Code Blue (codice blu) è il modo in cui gli ospedali classificano un paziente che ha bisogno di rianimazione immediata. E’ proprio in un ospedale che lavora Marian (Bien De Moor), una donna tremendamente sola e parecchio disturbata che ricorda la Isabelle Huppert di La pianista di Michael Haneke. Lei assiste con amorevole cura i malati vicini alla fine, e a volte il suo zelo la porta anche a vestire i panni della “redentrice” che li accompagna verso l’attimo estremo. Ma fuori dall’ospedale non ha una vita, e i suoi bisogni, anche sessuali, sono vissuti in modo assolutamente solipsistico e crudele, finché non incontra un uomo ancora più crudele di lei.

 

Masturbazione, eutanasia, uno stupro osservato con occhi eccitati, sesso esplicito e violenza su se stessi: in effetti è dura vedere il film della Antoniak senza coprirsi gli occhi e sentire una stretta al cuore ma (quasi) nessuno, stavolta, ha abbandonato la sala. Anche se non è mancato qualche fischio a fine proiezione.

 

“Immaginate che la Morte diventi una donna e viva tra di noi – ha dichiarato la regista per spiegare la metafora del film – Sarebbe senza dubbio terrorizzata e a disagio di fronte alla Vita. Il suo unico piacere sarebbe l’intimità ultima, quella di assistere i morenti. La sua unica gioia sarebbe la ‘piccola morte’, come viene anche detto l’atto sessuale. E alla fine, chissà se la Morte non possa essere conquistata da una Vita più crudele di lei”.

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15 Maggio 2011

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